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THE WHALE regia di Darren Aronofsky

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     8 / 10  07/03/2023 16:56:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quattro pareti, un via vai dalla terrazza che irrompe nell'appartamento claustrofobico di Charlie, obeso professore di letteratura online. La sua immobilità è l'immobilità dello spettatore, i suoi pochi e faticosi movimenti chiudono lo stomaco, e aprono il suo, il suo Giona inghiottito è il rapporto con la figlia che ha precluso per 8 anni, dovendo scegliere amore per amore. E così, evitando spoiler, il tema della carne piena e vuota (A.) si fa sentire per contrapposizione fino alla fine, per arrivare alla medesima conclusione. Lasciarsi andare, sacrificarsi al dolore. Brendan Fraser recita con il respiro, gli occhi, le lacrime e il sudore, recita nella rappresentazione di uno zoom senza videocamera, di un rettangolo buio in mezzo ai volti delle persone, così come ha deciso la sua esistenza, si sottrae a chiunque, deciso a far scomparire la sua mole per sempre (ancora pieni e vuoti, i corpi, nella morte, nell'amore). Non c'è rivalsa, redenzione, ospedale, riparazione, il cumulo di errori si erge come un macigno e lo ingoia e lui lo ingoia a sua volta tramite il feticcio del cibo. Un film che a che fare con lo stomaco, che ti blocca l'aria nell'esofago, che ti mette a disagio, che è a tutti gli effetti nel campo dell'indigeribile perché le lacrime rimangono strozzate e perenni come un rubinetto che perde. L'immacolata purezza di una stanza è lo scrigno da conservare, è ciò che eravamo, felici, nella totalità della nostra triste storia, almeno per un po'.