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DON'T WORRY DARLING regia di Olivia Wilde

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stratoZ     7 / 10  30/08/2023 13:41:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Se qualche annetto fa m’avessero detto che la Wilde sarebbe diventata una valida regista mi sarei messo abbastanza a ridere - considerato anche molte pellicole a cui ha partecipato da attrice - oggi devo dire con piacere che dopo una discreta ma interessante commedia di formazione come “Booksmart” realizza un’altra opera niente male.

“Don’t worry darling” inizialmente non mi stava piacendo più di tanto, per una buona prima parte di film l’ho trovato alla stregua del resto dei film antiborghesi e filofemministi col solito modus trito e ritrito di mostrare la famigliola ( o società, o vicinato, o quello che c’è, cambia poco) falsamente felice che dietro nasconde un sacco di ipocrisia e repressione.

Invece andando avanti col minutaggio cambia tutto, tra qualche bella visione surrealista stilizzata elegantemente e una serie di verità che cercano di venire nascoste coercitivamente dai personaggi responsabili, l’opera mostra molto di più, in particolare oltre la componente da thriller a sfondo fantascientifico che può ricordare varie opere tra gli anni novanta e i primi duemila, ho apprezzato molto il sottotesto alla base della trama principale.

Il personaggio di Harry Stiles, che interpreta il marito di Florence Plough parte da un presupposto di superiorità nei confronti della donna e si permette di prendere decisioni riguardanti la vita di lei senza neanche consultarla, ma ingannandola, la cosa che fa riflettere è che effettivamente il personaggio è in buona fede, colpevole assolutamente sì, semplicemente non si rende conto del suo errore, pensa di fare una cosa giusta. E tutto questo è un riflesso del pensiero del genere maschile nei confronti delle donne, un pensiero che le trova incapaci di prendere decisioni autonome, un pensiero arretrato e tradizionalista che da all’uomo il diritto per decidere per tutti i membri della famiglia, è questo il ritratto che mi ha colpito di più nel film e la Wilde è stata molto brava nel mostrarlo creandoci tutta la contestualizzazione della realtà virtuale attorno e applicandola a tutte o quasi le famiglie che compaiono su Victory.

Un po’ meno interessante il personaggio che interpreta la stessa regista che, quello si, effettivamente cade in uno stereotipo abbastanza facile della classica madre incapace di elaborare il lutto che si rifugia in una falsa realtà consolatoria.

Carino visivamente con un’estetica delicata, con un contrasto sottolineatissimo tra la colorata finzione di Victory e la buia realtà “Don’t worry darling” è un prodotto di discreta fattura che si ritaglia un posticino interessante tra i thriller fantascientifici che vogliono dire qualcosina in più.