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SMILE regia di Parker Finn

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Mauro@Lanari     5 / 10  08/12/2022 03:02:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parker Finn e il suo lungometraggio d'esordio percorrono due linee narrative tra loro incompatibili: la prima fu già espressa da Klee nel quadro del 1940 "Tod und Feuer", dove dolor'e morte vengono rappresentati da un ghigno (https://en.wikipedia.org/wiki/Death_and_Fire), una consapevolezza esistenzialista (il male come "malheur", crisi di senso) che Rossellini fece collidere con la psichiatrizzazione in "Europa '51". Film didascalico, ma d'altronde gl'esseri umani tendono a difendersi dalla contagiosità di tale consapevolezza o rimuovendola, cioè mutilando il principio di realtà, o, peggio ancora, adattandosi con insensibilità, cinismo e crudeltà. La seconda è invece quella della concatenazione fra eventi particolari (suicidi, traumi, sensi di colpa), il che contribuisce al suddetto processo di rimozione. In questo sito c'è chi recensisce augurandosi lo sdoganamento del cinema di genere: mi troverebbe d'accordo se ciò aggiungesse qualcosa ai temi trattati anziché impoverirli.
Mauro@Lanari  08/12/2022 10:16:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per intenderci meglio: il regista dimostra cultura e abilità tecnica. Per alludere al mondo (del) sottosopra gli basta ribaltare la mdp, non si dilunga per 4 stagioni come "Stranger Things". Inizia con lo sproloquio del 1° paziente tutt'altro che paranoico sull'ineluttabilità della mort'e associa il ghigno pur'al livello zero nella "pain scale chart vertical" della scala FPS (Faces Pain Scale) di valutazione del dolore. E questo è degno dell'esistenzialismo dall'"essere-per-la-morte" ("Sein zum Tode", con o senza trattini) dell'Heidegger di "Sein und Zeit" (1927) fin'appunto al quadro di Klee. Non ho trovato alcuna recensione al mondo che cogliesse tali riferimenti. Forse proprio per il progressivo tramonto della filosofia esistenzialista durante la 2a parte del '900 e la sua completa scomparsa nel 3° millennio, Finn s'è parato il cùlo aggiungendo in parallelo l'altro plot del trauma per la madre suicida e della trasmissibilità della maledizione. Il botto d'incassi l'ha ottenuto ripiegando nella safety zone d'emulo d'"It Follows". Oggi è proibit'osare oltre.