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SCRIVIMI FERMO POSTA regia di Ernst Lubitsch

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Schizoid Man     10 / 10  02/08/2011 21:54:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Signore e signori, siete tutti invitati ad assistere ad un'autentica lezione di cinema. Il maestro da cui apprenderemo i segreti della settima arte si chiama(va) Ernst Lubitsch, e il suo film a cui assisteremo questa sera si intitola "Scrivimi fermo posta". Al termine della proiezione seguirà un dibattito. "No, il dibattito no!" Scherzi a parte: questo film è una commedia di una raffinatezza esemplare; è un'opera deliziosa, e sicuramente la possiamo considerare come uno dei tanti capolavori che Ernst Lubitsch ha diretto nel corso della sua prestigiosa carriera. La storia è semplice: i protagonisti sono Alfred Kralik e Klara Novak, ed entrambi sono commessi che lavorano nello stesso negozio. Lui è lì da nove anni; lei, invece, è appena arrivata. I loro rapporti sul lavoro, però, sono tutt'altro che ottimi: i due, infatti, non fanno altro che litigare tutto il tempo. Possiamo quindi tranquillamente affermare che si detestano cordialmente. Una cosa in comune, tuttavia, ce l'hanno: entrambi, infatti, hanno da poco avviato una fitta corrispondenza senza nemmeno sapere chi sia in realtà il destinatario delle loro missive. Una sera, recandosi all'appuntamento con la sconosciuta con cui si scambia appassionate lettere d'amore, Alfred scopre che la destinataria delle sue missive è, incredibilmente, proprio Klara, ovvero la sua collega di lavoro con cui ha continui battibecchi. E' possibile innamorarsi tramite lettera di una donna che nella vita di tutti i giorni non si riesce proprio a sopportare? La risposta sembra essere sì, si può; anche perché al cinema, si sa, tutto è possibile…
Questa pellicola è una commedia perfetta. Lubitsch, da grande maestro del genere qual era, orchestra il gioco degli equivoci superbamente: il ritmo non perde un colpo e i personaggi, sia i principali che i secondari, sono tratteggiati con grande sensibilità e precisione (la sceneggiatura è firmata da Samson Raphaelson). Lo stile di regia, poi, ha un equilibrio miracoloso: la storia, infatti, alterna sorrisi e malinconia senza sforzi né squilibri, facendo apparire il tutto come se fosse la cosa più semplice del mondo. E invece non è mica facile: per rendersene conto basta fare il confronto con il remake realizzato da Nora Ephron; non c'è paragone, ed è perfino inutile dire chi esca vincitore dalla sfida. Insomma, questo film è un capolavoro che tesse un elogio tenero all'amore, e inoltre è un invito a non fermarsi alle apparenze, che spesso ingannano, bensì a guardare bene sotto la superficie delle persone per scoprire cosa realmente si nasconde dentro ognuno di noi: un po' come fanno i protagonisti del film, Alfred e Klara, magnificamente interpretati - rispettivamente - da James Stewart e Margaret Sullavan. L'unico difetto della pellicola è il doppiaggio italiano: spesso quasi inascoltabile. In questo caso, però, Lubitsch non c'entra davvero un bel niente.