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DON CAMILLO regia di Julien Duvivier

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     10 / 10  19/10/2012 22:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Don Camillo: Ha del talento quel bambino. 

Peppone: Eh...

Don Camillo: Davvero... Peccato che abbia un padre così.

Peppone: Eh?

Don Camillo: Ma insomma che Dio glielo conservi.

Peppone: E che conservi anche voi...

Indimenticabile il rapporto di odio-amore tra Don Camillo e Peppone, un rapporto che ha fatto storia e DON CAMILLO ha il diritto, se non l'obbligo, di essere messo tra i maggiori capolavori della comicità italiana.
Il film, tratto dal romanzo di Guareschi, non è diretto da un italiano (Duvivier) e nemmeno l'attore protagonista (Don Camillo) lo è, sono entrambi francesi, ma il film ha un chiaro sapore italico, grazie al magnifico affresco di un'epoca, di una piccola realtà del dopoguerra, un paesino sperduto nella quotidianità dei piccoli gesti (che non è "il piccolo villaggio di Pescatori" cit. The Gaunt) e che trova la sua carica nei litigi memorabili tra il prete, un Fernandel superbo, e il lavoratore politicamente coinvolto nell'altra fazione, un grandissimo Gino Cervi. Entrambi i personaggi son ben caratterizzati e la sceneggiatura è brillante composta da dei dialoghi geniali come quelli fra Don Camillo e Gesù, la cui voce e di Ruggero Ruggeri e indubbiamente quelli dei litigi e delle riconciliazioni dei due che alla fine dopo essersi insultati come da dovere in realtà sotto sotto scopriranno di volersi bene.

Cose che succedono in quel paese, dove il sole picchia come un martello sulla testa della gente, dove spesso si ragiona con i pugni, ma dove almeno si rispettano i morti.