ferro84 9 / 10 25/08/2014 05:27:30 » Rispondi Il Marchese del Grillo è l'emblema, il racconto, il simbolo dell'italiano e del suo rapporto con il potere. Il potere non è visto con senso di responsabilità, con idealismo e nemmeno come sopraffazione, il potere è visto come lascia passare, come mero privilegio dal quale far derivare una vita dissoluta.
L'italiano medio è visto non come uomo di principio, anzi nutre il proprio ego non tanto dalle disgrazie altrui quanto piuttosto dall'albilità che ha nel crearle. Onofrio del Grillo è in fin dei conti un uomo bonario, burlone e tipicamente vile e ciarlatano. Il cinismo sconfinato fa si che nulla riesca a distorglierlo dal proprio fine personale, non esiste gruppo, non esiste stato ma solo una grande cultura individualista. Monicelli dipinge un personaggio che non si dimentica e una società romana tutto sommato plausibile ma è Sordi che colora in modo indimenticabile il suo Marchese. Un "one-man-show" esilarante nella prima ora che va leggermente scemando in seguito.
Ma perchè film di tale arguzia e intelligenza non se ne fanno più?