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THOR: LOVE AND THUNDER regia di Taika Waititi

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Mauro@Lanari     5½ / 10  13/09/2022 01:14:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Kill Your Idols" ("Ammazza il tuo Pantheon")
Esaurite pure l'idee riciclate, al 29° appuntamento con la saga monster del MCU restava la strad'autoparodistica d'un film "giocato sul piano scivoloso dell'autoironia: si divertiranno i fan a veder Chris Hemsworth metter alla berlina se stesso nei panni di Thor? Oppure la Marvel ha fatto una sorta d'autogol?" (Alessandra Levantesi). Il pubblico è accorso numeroso, il botteghino è stato sbancato, i critici non si sono divisi più di tanto: i cinecomic salvano il cinema e il loro mestiere. Ma, come detto nel film, possono degli dei e delle divinità essere ridotte a supereroi da fumetto? "Taika Waititi sceglie sempre dei temi tipici della mitologia norrena, abbraccia la sua epica e ne riconosce il senso tragico. Eppure, la sua missione è dissacrarla in ogni modo possibile, come farebbe un vero macellatore di dei. [...] Gl'atti sacrileghi di Waititi sono molto più innumerevoli delle cruente esecuzioni di Gorr e della sua necrospada" (Emanuele Di Porto). Inoltre, "con buona pace del tema antireligioso, prosegue di fatto l'abbassamento del target di riferimento della saga già iniziato nel precedente capitolo, per cui appare presto evidente che [...] Thor sia ben avviato vers'un pubblico di giovanissimi. Cosa che tra l'altro è tematizzata all'interno del film, quando troviamo il nostro eroe alle prese col gruppo di bambini asgardiani (e non) rapiti" (Daria Pomponio). Un ingrediente che, nel tentativo d'accontentare l'inter'utenza disneyana, inficia il nitore del precedente discorso trasformando l'irriverente blasfemia in ridicolizzazione.