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IL DESERTO DEI TARTARI regia di Valerio Zurlini

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     9 / 10  17/03/2012 16:58:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una profonda e malinconica epopea sulla vita, inquadrata sotto uno sfondo militare e temporale non ben definito, ma marginale, diretta in modo preciso e suggestivo da Valerio Zurlini, che si avvale di un cast semplicemente immenso, con un intenso e carismatico Jacques Perrin per protagonista, affiancato da un sempre efficace Vittorio Gassman e da un formidabile Max Von Sydow, per giungere alle interpretazioni di un ottimo Giuliano Gemma, di un ambiguo Helmut Griem e di un grande Jean-Louis Trintignant. Ciò che più colpisce del film, oltre al lato tecnico fenomenale, è indubbiamente la suggestione enigmatica che scaturisce dalla psicologia contrastante dei personaggi e dal clima d'attesa che si crea costantemente per tutte le vicende, che rimanda verso il finale alla propria vita ed infine al tramonto, ovvero alla Morte, intesa metaforicamente come l'arrivo di qualcosa o di qualcuno. Un altro tema fondamentale, reso magistralmente da Buzzati nella sua opera e da Zurlini nel film, è secondo me il rigido contrasto tra il libero arbitrio e la verità dogmatica, inquadrate nel nostro caso nel negazionismo militare dell'Alto Comando, tra l'accettazione malinconica del rispetto degli ordini di Sydow, contrastati dall'ostinato e quasi disperato rifiuto di ubbidienza di un Perrin morente. Toccante è, alla fine, la scena in cui Sydow, dopo aver riconosciuto la grandezza caratteriale e la tenacia di Drogo (riconoscimento che non avviene a parole ma con una semplice stretta di mano) per aver perso, per aver obbedito agli ordini dell'Alto Comando con la consapevolezza di sbagliare perché nel deserto c'era qualcuno che un giorno sarebbe arrivato, si lascia venir prendere dalla Morte, uccidendosi, unico gesto col quale potrà mai riprendersi la propria dignità per non aver assistito il suo giovane ufficiale nelle sue idee e per essere rimasto immobilizzato dalla ferrea disciplina militare.
Bellissimo film anti-militarista, con riflessioni molte intense e profonde, recitato divinamente, che si avvale anche di un atmosfera fantastica, scaturita oltre che dalle suggestive locations, dalla colonna sonora di un sempre immenso Ennio Morricone.