Ciumi 8½ / 10 29/01/2011 13:53:51 » Rispondi Beh, come superbe gareggiano le immagini con le parole: le immagini oblique di Welles, le parole scintillanti ma profonde di Shakespeare - svelte, attorte, senza pausa sino al duello finale. Le tre streghe, sorte dalla nebbia; l’inquieto e cupo paesaggio mentale di Macbeth e della sua sposa; l'eco del battere infinito; lo stillare del sangue che gronda su lama e manico, lungo un pugnale sospeso in eterno: tutto è reso magnificamente, secondo il proprio stile visionario e barocco, alunno di Ejzenstejn.
Continuo a pensare che Welles abbia dato il meglio di sé nelle trasposizioni del grande drammaturgo inglese, in queste opere (sempre a basso budget) ove ha potuto anche dare sfoggio delle sue doti di straordinario attore shakespeariano; ma insuperato rimane a mio parere il "Falstaff", dove pure trovava le vesti a lui più calzanti.