Jumpy 7 / 10 09/01/2023 13:43:58 » Rispondi Piccolo gioiello del cinema italiano, su uno spunto neanche particolarmente originale (un po' alla Parasite
) la trama si dipana in modo particolare, tra il thriller, il drammatico. I temi portanti sono solitudine, isolamento, affetti familiari, in uno svolgersi della storia
in cui passato e presente assumono contorni sfumati fino a confondersi, da un certo punto in poi per lo spettatore, gli unici riferimenti per fissare il presente sono le visite dell'ufficiale giudiziario e dei tecnici. Si intuisce dagli indizi disseminati in tutto il film, a volte troppo vaghi, e dal finale, poetico e toccante, ma tristissimo, che la presenza della mamma con la figlia cieca abbia fatto riemergere nell'anziano Pietro la tragedia personale che lo ha portato ad isolarsi (la morte della figlia?), Oppure la mamma e la figlia son gli stessi ricordi di Pietro che "riprendono vita" nella sua mente dopo la visita dell'ufficiale giudiziario? Ecco questo senso di vago e non espresso lascia dentro un'angoscia ma anche di incompiuto che, secondo me, penalizza un po' il film.
Una lezione su come fare cinema senza effetti speciali (e dialoghi ridotti al minimo) ma giocando di ambientazioni, struttura, atmosfere, taglio delle inquadrature. Straordinario Pierre Richard: porta avanti il film praticamente da solo, usando quasi esclusivamente la mimica e l'espressività del viso, resa più marcata dal gioco di luci e ombre.