Thorondir 8 / 10 01/06/2022 23:28:28 » Rispondi Una Napoli cupa, intricata, soffocante, oscura, pericolosa ma anche terribilmente malinconica, bella, suadente. Nel ritorno di Felice c'è la riscoperta di un mondo, il proprio, da cui le circostanze lo avevano allontanato: un lento riassaporare la vecchia vita, i vecchi volti, il rivivere le esperienze andate e le emozioni connesse. Ma quel passato non è così idilliaco come potrebbe sembrare, ha prodotto cicatrici e continua a scavare ruvidamente nel presente. Il tentativo di riconnettersi al vecchio amico è quindi un modo per provare a riconnettere fili slegati, a riannodare corde della memoria e dell'anima che si sono spezzate. E se è vero che il film alla fine rimugina su temi stereotipati (soprattutto nell'ultimo decennio), è altrettanto vero che nel film di Martone c'è tantissimo amore per questa città, c'è tanto cinema, un cinema insieme cupo, abrasivo, hanekiano, melvilliano e allo stesso tempo emozionante e affettuoso. In tal senso il reincontro con la madre (e più in generale i primi 30 minuti) sono intensi e toccanti, forse il meglio del film.