JOKER1926 6½ / 10 27/10/2010 21:22:19 » Rispondi Secco e glaciale quella di Gianni Amelio è la metafora, l'affresco dell' Italia degli anni trenta, protagonisti in "Porte aperte" un assassino martoriato e un giudice permaloso che cercherà di impedire una condanna a morte. "Porte aperte" attraverso la faccia e la tempra di Gian Maria Volonté riesce a infondere una malinconia e una positiva monotonia di fondo efficace a portare, senza cenni di retorica, un grigiore stagnante nei luoghi e nelle mente delle pedine del disegno della regia di Amelio. Bella e particolare la colonna sonora sinonimo di sgomento e di drammaticità, il film non mostra ponderose pecche se escludiamo alcune incursioni demagogiche circa il Fascismo, il tutto gira bene e lo spettatore è immerso a dovere in una storia tetra che, nel finale, certifica in modo pressoché imponente l'aspra e l' impetuosa legge.
"Porte aperte" è un altro film importante, dramma giudiziario che oltre a scandire con cinismo le personalità dei personaggi rappresenta in buon modo la Sicilia del tempo remoto, la regia riporta scenari, costumi e la mentalità; di mezzo c'era la morte di una femmina siciliana, ma la gigantesca presenza di uno specifico Movimento del tempo dirottava e modificava persino i pensieri maschilisti e i sincronismi di un imponente pezzo d'Italia, quello siciliano.