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E NOI COME STRONZI RIMANEMMO A GUARDARE regia di Pif

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Mauro@Lanari     5 / 10  10/12/2021 18:00:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se Milani ringrazia Scola ("Dramma della gelosia", 1970) è per averne emulato la causticità nello scambio di battute sul vero comunismo. Dopodiché, a differenza di Cortellesi, Albanese e Amendola, Mastroianni, Vitti e Giannini non venivano ridotti a macchiette per assicurarsi l'apprezzamento del pubblico nostrano, a tort'o a ragione giudicato incapace di comprendere e gradire il cinema d'impegno sociale, la commedia italiana come sferzante satira politica. Così Bergman, Pasolini e il discorso sul "vedere la bellezza" vanno a farsi fottere.
Mauro@Lanari  10/12/2021 18:03:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho sbagliato il copycol della rece. Quella giusta è la seguente:
"Pif si [...] conferma figlio dell'(in)cultura che denuncia e la coazione a raccontare l'immaginario collettivo che l'ha formato, che imita e condanna nello stesso respiro" (Paola Casella). Prodotto del e dal trash, la sua distopia tecnologic'ambisce a vette siderali (il Voltaire del "Candide", il Chaplin di "Tempi moderni", il Tati di "Playtime", il Ferreri di "I Love You", Loach, Villaggio, ecc.) usand'un codice comunicazionale già degradato come quello della sua MTV (o, per dirla con Cobain, "Empty-V"). Un dramedy che cerca lo sfarzo e si spiaggia in una scialba farsa senza dramma né commedia adeguat'al livello dei fruitori a cui è indirizzata: omeopatia involontaria?