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LA FINESTRA DI FRONTE regia di Ferzan Ozpetek

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Invia una mail all'autore del commento leonardo ferrantini     4 / 10  18/04/2003 10:20:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
pretenzioso e superficiale pessimi tutti gli attori tranne la donna che interpreta la lavorante in tintoria (veramente ottima) Qual'è la storia? Di chi è la storia? Cosa racconta il film? Film assolutamente noioso. Fotografia ben fatta ma eccessivamente artefatta. E' possibile che quasi in ogni primo piano ci sia una luce calda da un lato e una fredda dall'altro? EVITIAMO DI GRIDARE AL MIRACOLO QUANDO DI MIRACOLO NON SI TRATTA...
Benz  18/04/2003 14:30:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pessimi tutti gli attori.... ma per piacere. Mi potresti dire un film che ultimamente ti è piaciuto? giusto per capire i tuoi gusti cinematografici....
Invia una mail all'autore del commento Gigliola  07/05/2003 14:08:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non condivido il tuo cinico giudizio bassato sull'uso delle luci. Un film non è solo tecnica. Come non emozionarsi quando Massimo Girotti pronuncia la prima battuta...Non puoi stabilire un giudizio di merito senza nemmeno ricordare i nomi degli attori. L'attrice che vedi nella tintoria apparteneva alla Scuola di Gigi Proietti ed è una bravissima caratterista....ma hai provato a guardare gli occhi smarriti nella memoria di Massimo Girotti....o la tristezza di Giovanna Mezzogiorno...come puoi capire da dove viene la luce del riflettore e non capire da dove viene la luce dell'anima? Scusa.
Invia una mail all'autore del commento Dott. Nespola  09/05/2003 17:51:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film parla, a chi sa ascoltare, del corraggio esistenziale che spingeva i membri della Resistenza nella storia, a Roma, durante l’occupazione nazista della città. Il film è un commento e una ripresa del classico film di Rosselini, Roma Città Aperta (1945). La finestra di fronte è una domanda indiretta all’udienza italiana, che non sa niente della sua propria storia, e sicuro, niente della storia dei ebrei italiani perseguiti, con l’eccezione di quello che si sa dal film di Roberto Benigni, La vita è bella. (Al meno, cosi pare a un straniero, vedendo questo film italiano, e leggendo un commentario che il film è superficiale. Addiritura?!) Il film serve come denuncia dell’udienza italiana o il pubblico italiano che rimane, per la maggioranza, nell’ignoranza quasi totale dei sacrifici dei ebrei in Italia, sotto i fascisti e poi sotto la repubblica Salò. Hai capito l’intreccia? Davide ha dovuto lasciare morire la sua fidanzata per salvaguardare i bambini ebrei a Roma. Il gioco fra Giovanna Mezzogiorno e Massimo Girotti è il confronto del suo conformistico perbenismo e il suo egoismo edonistico (mentre che contempla abandonare famiglia per una storia illecita), contra la vita morale del eroe, in riferimento a un periodo quando degli atti di sacrificio erano piu difficile. La domanda diretta è fatta da Davide: Perchè ti interessi a la mia storia? Il personaggio che rappresenta Mezzogiorno è al inizio del film una ragazza poco simpatica, ma cambia nel film, finche impare dal Davide che i bambini, degli altri, della sua propria famiglia, sono quello che importa nella vita. Forse, il film merita di essere vistro una seconda volta, con un atteggiamento un po piu aperto, verso la storia, i riferimenti fatto nel film
Invia una mail all'autore del commento Noemi  18/04/2003 17:57:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


Sono d'accordo con te, non è un miracolo, è un film nel quale ci si puo' identificare, oggi il pubblico vuole soprattuto questo.
N,