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INIZIO DI PRIMAVERA regia di Yasujiro Ozu

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amterme63     7½ / 10  17/11/2014 23:00:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può la vita banale di un modesto e mediocre impiegato interessare e coinvolgere in un film? Se a scriverlo e a girarlo è stato Ozu, allora sì.
Il fatto è che le vicende descritte, il modo con cui vengono mostrate, commentate, i contesti, le considerazioni, sono tutti dettati da vita vissuta, da qualcosa che possiamo tranquillamente sentire come nostro.
In fondo è destino diffuso anche oggi quello di svolgere lavori monotoni e ripetitivi, senza vedere vie di scambio o possibilità di cambiamento. E' molto comune il senso di gabbia o prigione che dà la vita coniugale, l'incomunicabilità che si instaura fra i coniugi, l'oscillare fra voglia di evasione e paura di perdere la stabilità che un rapporto fisso e duraturo assicura.
Intorno a questo tema ci sono anche gli altri tipici di Ozu, la solitudine degli anziani, il senso di fallimento rispetto alle proprie aspettative, il contrasto città-campagna. Il tutto amalgamato in modo perfetto, condito con tanta salsa ironica e con un sano distacco per poter serenamente guardare in maniera realistica i fatti della vita. Per fortuna che in molti casi si può rimediare, si può ricominciare o almeno trovare una qualche forma di accettazione del destino.
Il coraggio di Ozu va oltre il tema trattato. Non teme di elevare a protagonista della storia un personaggio assolutamente mediocre. Infatti non riesce a comprendere le situazioni e gli atti che sta compiendo, il senso e le conseguenze. Tratta la moglie come una serva, senza troppi riguardi nei suoi confronti. Anche le donne in fondo non hanno un comportamento "perfetto" (soprattutto Pesce Rosso). Insomma Ozu ci fa comprendere quanto siamo imperfetti, come sbagliamo facilmente nella nostra vita quotidiana e in fondo ci invita a riflettere sui nostri atti e le loro conseguenze.
Accettare le imperfezioni, vivere con affetto e attenzione reciproca è forse l'unica via per avere un po' di felicità, anche a costo di rinunce e sacrifici.
Sempre belli i film "senza attrattiva" di Ozu. "Soshun" forse è un pochino più pesante e noioso rispetto ad altri suoi più riusciti.