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VIAGGIO A TOKYO regia di Yasujiro Ozu

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julian     8½ / 10  22/02/2010 00:26:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film definitivo sulla vecchiaia.
Tutti i grandi registi hanno affrontato il tema: mi è venuto subito in mente il Bergman de Il posto delle Fragole.
Ozu, dal canto suo, mostra non solo una coppia di coniugi di terza età alle prese con i figli troppo affaccendati per occuparsi di loro, ma anche lo scontro tra due Giapponi, due generazioni, due modi di vivere: quello tranquillo, modesto, cauto degli anziani che, avvertendo il loro essere d'impiccio, sembrano quasi volersi rendere invisibili pur di non creare disagio e quello frenetico, laborioso, iperattivo dei figli, inseritisi in una società pronta a compiero uno slancio economico e culturale.
Noriko, un'angelica Setsuko Hara, è a metà tra i due mondi, l'unica che si preoccupa dei due vecchi ospiti sebbene non ne sia direttamente imparentata. E anche questo è significativo, insieme alle considerazioni di Shukichi riguardo i rapporti genitori-figli che cambiano col passare del tempo, quando i primi diventano sempre più un peso per i secondi.
Splendido il ritratto di dimessa quotidianeità in una torrida Tokyo, ripreso con telecamera perennemente ferma e ad altezza di ginocchio; tanti i momenti di amarezza.
La parola più pronunciata, almeno a quanto mi è sembrato, è Arigatò -che non so come si scrive- grazie, e in un film dove i protagonisti hanno ben poco da ringraziare si evince il buon costume di un Giappone che se ne va e l'ipocrisia di un Giappone che viene.