wega 8 / 10 14/01/2010 12:16:04 » Rispondi "Una Locanda a Tokyo" ha come contesto il dramma giapponese della Grande Depressione dal punto di vista dei nullatenenti, in una vita fatta di tentativi, senza una meta ben precisa, e rilegati in zone periferiche dall' ambiente arido e desolato. Il perpetuarsi delle giornate soleggiate - ripetendomi, una caratteristica della filmografia di Ozu - qui addirittura assumono una tonalità cupa quasi autunnale. Pochi i protagonisti: Kiachi, il padre di due bambini (coppia che ritornerà svariate volte, come è già presente da svariati film), vagabondando incontra Tsume, proprietaria della locanda e una vecchia conoscenza, la quale gli offre un lavoro e un riparo. Kiachi aiuterà a sua volta una donna incontrata casualmente per strada, che ha come figlia Kimiko, dolce ragazzina che si ammalerà gravemente di dissenteria. Per salvarla, il buon uomo commetterà una brutta azione (come in "Una Gallina nel Vento", ma in questo caso un furto), per poi consegnarsi di persona alla giustizia. La locanda a cui si riferisce il titolo del film è il punto nevralgico della vicenda, e rappresenta il Caos dove trovano però armonia tutte le tematiche ozuiane, alle quali si aggiunge quindi quella della solidarietà; non di meno la bizzarra - perché sottile - linea morale che separa una buona azione dall' esserne invece una cattiva. Quoto tra i film più drammatici del regista nipponico.