caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

AMERICAN PSYCHO regia di Mary Harron

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     6½ / 10  03/01/2012 16:17:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Letto da poco il bel romanzo di Ellis, ho ancora in testa quindi le disgustose immagini di violenza scioccante e le descrizioni minuziose e soffocanti dei vestiti firmati ad opera di Patrick Bateman quando decido di far partire la versione uncut del film.
Primo impatto è dei più fortunati: incipit con sangue e cibo che si confondono e mischiano in gocce ambigue, Christian Bale che minaccia di scannare una ragazza per poi fare finta di niente e sorridere gentile come sempre, e finalmente sequenze di violenza forte. E poi però qualcosa non funziona come dovrebbe.
Direi che se si dovesse fare un raffronto col romanzo è ovvio che la violenza grafica sia meno esplicita, eppure di sangue se ne vede e di immagini forti pure... ma si poteva fare di più. Mary Harron non tradisce lo spirito dell'opera letteraria, ci fa viaggiare su binari incrostati di sangue su una strada buia senza mai far capire chiaramente se tutto quello che vediamo sia una folle immaginazione di Bateman o azioni che compie veramente. E fin qui ci siamo, come da romanzo.
Ma non è solo la poca violenza (rapportata al lavoro di Ellis) che non soddisfa e non scandalizza come dovrebbe; mancano infatti gli atteggiamenti compulsivi e da maniaci degli "amici" yuppie di Patrick, le loro telefonate incentrate sul vuoto assoluto, la confusione e la prenotazione all'ultimo ristorante alla moda.
In pratica si è preso il (quasi) meglio dell'American Psycho letterario e lo si è messo in immagini cinematografiche: questo è fin troppo comodo.

Ma va dato il grande merito a Mary Harron di aver saputo costruire un'atmosfera tipicamente anni '80, piena zeppa di canzoni, lesbicate e immagini patinate. E poi di far vedere in azione il serial killer che si inzuppa di sangue la faccia ma non il vestito alla moda... e per finire una sequenza magistrale, l'unica davvero da ricordare e che fa capire la portata enorme che questo film avrebbe potuto avere sull'immaginario collettivo con uno sforzo in più: un climax crescente di tensione (di Bateman e noi spettatori) tutto incentrato sul migliore aspetto estetico di alcune carte di credito. Il resto si guarda stancamente, e chi ha letto Ellis non guardando questo film non si perde nulla.