Boromir 8 / 10 31/03/2022 14:55:14 » Rispondi Tra i più estremi documenti sulla manipolazione dell'immagine (e sul potere mediatico della stessa) realizzati negli ultimi anni, saggio sulla metastasi di una nazione di cui si fa immagine allegorica l'appariscente Lea Seydoux. Lo spazio dell'inquadratura non prescinde la presenza dell'attrice francese, che invade letteralmente lo schermo mentre Bruno Dumont le indaga l'espressività con prolungati primi piani ai limiti del voyeurismo. Un film sardonico (ci si prende pure il tempo di deridere Macron), intriso di fatalismo come di simbologie sofisticate, in cui la provocatoria coesistenza di commedia e dramma esistenziale affronta il rischio dello squilibrio tonale. Ancor più di France, il vero costruttore di immagini resta Bruno Dumont, artefice della provocazione, indagatore del decadimento laccato, supportato dalla glacialità di una fotografia dall'occhio cronenberghiano.