JOKER1926 7 / 10 12/01/2022 15:59:35 » Rispondi Gran parte della cinematografia di Sorrentino poggia su alcune tipicità inconfondibili, ogni produzione del cineasta campano ha nella propria sostanza un disegno artistico ben preciso, a tratti gravemente coerente e ostinato. È in genere l'immagine a sovrastare la narrazione. Sorrentino espone, ma non sempre racconta.
È stata la mano di Dio", ultima fatica del regista, ha la lucidità di discostarsi dal solito modus operandi e si spende, per fortuna, su altre cose. Ed è un vantaggio incalcolabile.
Il film allega al suo fasto estetico dell'immagine una sceneggiatura abbastanza robusta. È questa ultima a portare verso un concetto di positività il prodotto cinematografico. È stata la mano di Dio" non ha una vera e propria ossatura narrativa ma questa è sorretta da una sceneggiatura intelligente e quanto mai snella di rocamboleschi espedienti. Il manierismo acuto di Sorrentino è sostituito da una teatralità comprensiva e non troppo spinta. Sale in cattedra il dialogo e la "smorfia" partenopea. Il gioco è fatto.
È stata la mano di Dio" si esalta nei suoi contesti migliori: Napoli come città avalla appieno il concetto di raffigurazione estetica e artistica, fra misteri e personaggi mai stanchi. Sorrentino anche sul versante dei protagonisti non eccede e fa muovere le pedine attoriali in un circuito indefinito ma non sproporzionato. Traspare la biografia di Sorrentino e anche il dubbio esistenziale. Molta umanità e un ermetismo globalmente sopportabile.