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ARIAFERMA regia di Leonardo Di Costanzo

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Mauro@Lanari     6½ / 10  10/01/2022 04:00:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bentham, Kafka, Beckett, Buzzati, Zurlini, Foucault, De André e l'evangelicità del contesto con la dozzina di detenuti (ma forse sono 13 e comunque erano già 12 i figli di Giacobbe, le tribù d'israele, i profeti ebraici minori): una "circo-stanza" repressiva in bilico, precaria, compressa e sul punto di deflagare, ma nessuna catartica esplosione se non nell'incomprensibile assordante crescendo musicale in prossimità della fine. I rimandi sono palesemente spiattellati eppure tutti smentiti, le letture metaforiche, metafisiche, esistenzialiste, religiose, etiche, politiche, sociali non reggono. Il ritratto di vita carcerararia non aggiunge nulla all'impronta documentaristica da cui proviene Di Costanzo, non c'è alcun'attesa delusa poichè ancor prima non sussistono aspettative o speranze, il frangente si conclude col ripristino della routine e col mantenimento di ruoli e distanze nonostante l'ecumenica ultima cena avvenuta. Orlando tenta di convincere Servillo a cogliere ciò che li accomuna, Servillo finge d'abboccare pur d'evitare la sommossa e un'empatia che non può concedersi sin'in fondo. I detenuti avranno le loro immaginarie o meno vie di fuga, gl'agenti godranno ancora di qualche grado di libertà in più (la battuta di caccia fuori dal carcere): incolmabile differenza. Riflessione utopico-anarcoide senza sbocchi significativi.