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MARX PUO' ASPETTARE regia di Marco Bellocchio

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  21/07/2021 00:38:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Conosco e amo il cinema di Bellocchio da sempre, con qualche riserva sul suo periodo più cerebrale-Godardiano. Stima immensa per un autore che ha segnato in modo indelebile il Cinema Italiano, superando secondo me anche certe Invettive ideologiche ambigue dell'amico Bertolucci. Come persona lo stimo molto meno, memore di un antico incontro in cui si è superato per arroganza e presunzione, ma su questo vorrei sorvolare. Credo che chi ami troppo se stesso difficilmente può dare amore agli altri, e non posso far altro che alludere Un film umanissimo e struggente, dove un ammiratore di Bellocchio scopre quasi per la prima volta gli interventi (al limite della schizofrenia privata) del suo Cinema e, di fatto, il suo umbratile "privato". Chi non conosce Bellocchio potrebbe provare emozioni altrettanto forti, ma estenuanti. È il limite di un'operazione che, dopo un Capolavoro dalle forti connessioni Internazionali (alla Coppola diciamo) come "Il traditore" entra in un Privato - quasi alla Amos Gitai - che non è mai stato così acuto e sorprendente. Sembra un suo "Cronaca familiare" ma è anche la cronaca di una vita laica dove si discute la vita e la morte lontanissime dai parametri astruso del Cattolicesimo. Questa "Meglio gioventù" sembra cercare un Posto per non morire. Un grande film, certo, ma nel limite di una svolta Radicale dentro se stessi che ad alcuni potrà sembrare alienante, per quanto sia profonda