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STATE A CASA regia di Roan Johnson

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Mauro@Lanari     3½ / 10  24/11/2021 23:57:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Johnson tasferisce il suo microcosmo pisano a Roma, uno dei protagonisti è ancor'un toscano di Pistoia, ma le velleità registiche cercano di trasformare le goliardate universitarie in uno sguardo sul mondo di quattro quasi trentenni durant'il lockdown. Ci si potrebbe aspettare "la versione black [dark?] della [gradevole] commedia 'Fino a qui tutto bene' (2014)" (Simone Emiliani) o persino un film alla Virzì. "Il Covid ha forzatamente riportato a galla un cinema teatrale" (idem) e claustrofobico, però all'interno dell'appartamento e del condominio avvengono troppe cose sconclusionate o raffazzonate: la metafora del covo di serpi è didascalica, e anche senza metafora suona forzata ogni scelta di sceneggiatura. Furti, omicidi, suicidi, visioni, deliri lisergici, riti magici, followers, influencers promiscue formano un caos febbricitante che Roan dimostra di non saper ancora gestire, e la celeberrima citazione da "Mr. Arkadin" con la pretesa d'"una riflessione più profonda sulla crudeltà dell'uomo, vero virus del pianeta" (Arianna Vietina), meritava un omaggio più adeguato.