nocturnokarma 7 / 10 08/01/2013 14:13:57 » Rispondi Uno dei più celebri triangoli amorosi della Hollywood d'oro è un melodramma che la superba fotografia di Rudolph Maté e l'elegante regia di Vidor fa vibrare di tutte le pulsioni che fecero grande il noir: passioni, amoralità, un passato sconosciuto, l'incontro-scontro tra amore e odio che genera istinti infine omicidi.
Una prima ora intensissima, magistralmente orchestrata in un claustrofobico casinò di Buenos Aires, è un capolavoro di stile sorretto da un cast in stato di grazia su cui svettano un luciferino George Macready e una Rita Hayworth entrata nel mito. Gilda è una femme fatale di bellezza e tragicità, prorompente ma fondamentalmente triste e sola. Un ritratto implacabile di donna, ma tutti i personaggi sono profondamente psicoanalizzati e resteranno stereotipi imprescindibili di tanto cinema successivo.
A differenza del noir più puro, Vidor non porta alle estreme conseguenze le frustrazioni sentimentali e sessuali, e il calo più che di ritmo di incisività della seconda parte lascia la sensazione di un capolavoro mancato per la scelta di negare la decisiva dose di perdizione e decadenza.