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PLEASANTVILLE regia di Gary Ross

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     8 / 10  07/01/2013 23:17:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il '98 è stata una grande annata!
Una bella commedia drammatica che nasconde sotto un'apparenza diabetogena una misurata e divertente riflessione sociale e filosofica sul razzismo, sulla paura del diverso e del cambiamento, e sull'espressione del vero sentimento come unico elemento capace di dare colore ad una vita spenta da una griglia di inutili norme morali e ideologiche.
Gary Ross fa interagire il mondo della realtà e della finzione per intessere una romanzata critica alla Televisione, portavoce di un falso buonismo e promotrice di una condotta di vita regolata, programmata, soffocata da uno stupido e anacronistico perbenismo.
E' davvero quello il mondo che sogniamo, la realtà che vorremmo? Forse è meglio la Vita vera, con i suoi pericoli, le sue contraddizioni, i suoi rischi e le sue pazzie.
Lo stilema della realtà che buca lo schermo sconvolgendone le dinamiche non è certo nuova al cinema - facile il rimando a La Rosa Purpurea del Cairo di Allen (soprattutto nell'idea di una fascinazione, poi disillusa, nei confronti del mondo perfetto, idealizzato, arcadico delle sit-com degli anni '50), ma la delicatezza e la leggerezza con la quale il tutto viene affrontato è unica nel suo genere.
Forse un po' lento e ripetitivo in alcune sequenze, ma l'elegante resa visiva dei cromatismi b/n-colori ed un cast ottimo (bravi Maguire, la Witherspoon e persino Paul Walker in una delle sue prime apparizioni cinematografiche; ed eccellenti i veterani Macy, Daniels e soprattutto Joan Allen) fanno di questo film una vera chicca da non perdere.