williamdollace 7 / 10 22/01/2023 14:52:26 » Rispondi L'esilio del Vate al Vittoriale, nei suoi ultimi anni, a cavallo della seconda parte degli anni Trenta (1936). Gabriele d'Annunzio vaga come un fanstasma, dentro e fuori dalle mura e dalle colonne del Vittoriale sul Lago di Garda, monumento alle sue imprese. Qui è sorvegliato da Comini, mandato dal regime a controllare i suoi dissensi, le sue lussurie e riferire. "Qui troverai molte cose" dice Gabriele al ragazzo Comini "ma non piume di pavone". Il Vate si è allontanato dalla politica di Mussolini, spingendosi fino a volerlo vedere personalmente a Verona per dissuaderlo. Ma il duce ormai è sempre più colluso con il Fuhrer.
Seguono parole per pochi fantasmi, dal balcone con gli esuli di Fiume, al borbottio costante di un nuovo libro che possa cancellare tutti i precedenti, mentre il sangue "comincia a sgorgare dal corpo dell'Italia".