julian 7 / 10 19/12/2009 02:50:11 » Rispondi Troppo facile per i critici, professionisti o improvvisati che siano, bollare questo film solo come una caterva di figure stereotipate in successione, una muccinianata, un grossolano ritratto della borghesia italiana del nuovo millennio e troppo semplicistico, a mio parere, tralasciare le parti positive per mettere in risalto solo esclusivamente quelle negative affinchè si possa continuare a predicare sulla scarsezza del cinema italiano. Non si fa così. Il soggetto certo non era un piatto ricco nè originale, ed è vero anche che la figura del genitore in crisi che si avvia verso il sogno nel cassetto è una di quelle cose che definiremmo "da film"; mi sento tuttavia di dire, con tanta amarezza, che basta una così abbozzata sceneggiatura per descrivere la famiglia della società odierna, un'istituzione fragile, una trappola (come la definiva Pirandello) in cui non c'è spazio per sincerità nè per altruismo. Le vite dei quattro membri vengono affrontate in maniera separata, proprio perchè non hanno nulla da spartire. Dove il film sbaglia è nell'allungare le storie, nell'esagerare, nel tragicizzare, là dove il poco non guastava e anzi bastava a rendere l'idea. Passino anche alcune recitazioni, perchè a ripagare il piano interpretativo ci pensano due maestri che ci sono rimasti: Bentivoglio e la Morante che riesce ad essere ancora un'affascinante donna. Non mi ricordo, mi pare che c'erano altri pro e altri contro, ma in conclusione si bilanciano in un 7 incoraggiante.