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QUATTRO FANTASMI PER UN SOGNO regia di Ron Underwood

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Angel Heart     7 / 10  23/10/2019 14:55:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una gradevole commedietta, naturalmente votata ai buoni sentimenti, sul ritorno dall'aldilà per proteggere o guidare sulla retta via il "caro" di turno lasciato indietro; cambia qualche piccolo dettaglio (in questo caso i fantasmi sono quattro anzichè uno, con ciascuno di essi che in corso d'opera riesce a prendersi la rivincita che non erano riusciti a prendersi da vivi) ma la formula è sempre la stessa.
Tralasciando gli effetti speciali che sono fatti davvero bene, il film si divide tra una prima parte ben calibrata tra il simpatico ed il triste (seppur avvolta dai luoghi comuni) ed una seconda già più interessante con la lenta redenzione del protagonista che prenderà insegnamento da ciascuno dei fantasmi; questi ultimi però, perno dell'opera, nonostante il loro essere piacevoli e la loro onnipresenza per tutto il film li si guarda comunque con un certo distacco, ed alla fine, solo quello interpretato da Sizemore riesce a trovare una risoluzione soddisfacente ai problemi lasciati da vivo; le due donne fungono da semplici grilli parlanti (con una delle due che, quando è il suo turno, a differenza degli altri viene liquidata in pochi secondi) mentre il grande Charles Grodin, per quanto bravo, oltre a stonare di suo con il gruppo, è l'unico che si prende il merito della propria rivincita senza effettivamente aver fatto nulla (visto che i fantasmi parlano, o in questo caso cantano, attraverso il protagonista).
Le varie disavventure sono in ogni caso tutte finalizzate al percorso di crescita di Downey jr. , lui sì davvero trascinante ed indubbiamente la carta vincente del film, soprattutto nei momenti leggermente più seri dove può sfoggiare tutta la sua mostruosità attoriale (come la dichiarazione finale all'attonita Shue, altro spreco in coda a Grodin).

In definitiva un film grazioso e toccante, seppur con le sue imperfezioni, almeno abbastanza da dedicarci due minutini di riflessione in più della media.

Certo è che quando leggo il nome Ron Underwood, la prima ed unica cosa a cui riesco a pensare è "Tremors".