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UN ALTRO GIRO regia di Thomas Vinterberg

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  22/05/2021 23:37:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È un film ben strano, a pensarci, a tratti sembra "La classe" di Cantet, strizza l'occhio - non so quanto volontariamente - a "Mariti" di Cassavetes, a me ha ricordato perfino "La grand bouffe" di Ferreri. Dal punto di vista psicoanalitico "premia" o forse assolve (altrimenti non sarebbe stato lo stesso se l'avesse girato una donna) questi ultrà quarantenni eterni bambini (Infelici però), inadatti a occuparsi di sé stessi e degli altri. Alcolisti o dipendenti, ma farebbe differenza se fossero donne? Si premierebbe solo una maturità superiore, ma la debolezza umana forse è la medesima. Un film che "trasporta" emotivamente come non mai, specialmente come vademecum sul tasso alcolico di uomini illustri (le didascalie, le immagini di repertorio) con solo un paio di docce fredde verso un epilogo goliardico da post-Musical, ma bastano a garantire uno sconquasso "terreno". Gli amici che si ritrovano distrutti dopo l'ultima, iconoclasta fuga Etilica, con le esistenze in frantumi, sono un momento di Cinema da ricordare. Tuttavia, Kierkegaard o meno, il film di Vintenberg resta quantomeno ambiguo nelle sue intenzioni, essendo troppo leggero per un dramma sociale e troppo impegnativo come commedia. Di fatto è un Inno alla Vita, ma la dipendenza dall'alcool è una cosa seria e le sbronze vere non sono così simpatiche e liberatorie come si vorrebbe far credere. È un film bello e "sentito" ma forse non troppo acuto nell'affronto a una generazione di immaturi che non possono amare come credono la loro vita.