kowalsky 8 / 10 19/08/2006 00:04:48 » Rispondi La prima volta che lo vidi, al cinema, dovevo avere proprio 12 anni, e non mi colpì particolarmente. Fortunatamente, allo spettatore indifesso e precoce è data una seconda possibilità...
Il regista non desiste purtroppo dalla tentazione di fare del personaggio una sorta di Cristo ingenuo, come nella famosa sequenza di Chance che cammina nelle acque... pero' cio' non toglie che a questo film e a questo personaggio non si puo' voler altro che bene, e in un certo senso egli è una sorta di versione angelica dell'Alex di Clockwork orange, ossia di un'elemento atto a preservare, da sfruttato, le pochezze della società e dell'estabilishment politico. E in un certo senso io vedo ancora nel rapporto quasi fraterno tra Chance e il finanziere (un memorabile Melvyn Douglas) una sorta di esperienza diretta con la purezza preservata di questo etereo e ottimista individuo, pronto a "potare e annaffiare i fiori perchè crescano".