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LA VOCE DI FANTOZZI regia di Mario Sesti

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Goldust     5 / 10  14/01/2021 16:30:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Amo la figura del ragionier Ugo Fantozzi sia nel suo "formato" cartaceo di debutto che nella sua devastante evoluzione cinematografica. Per ragioni anagrafiche è in quest'ultima derivazione che ne ho percepita maggiormente la carica irriverente ed ovviamente esilarante, tanto da meritare un posto tutto suo all'interno dell'immaginario collettivo nostrano. Partendo da questo bagaglio personale ho affrontato quindi questo documentario sul ragioniere più sfortunato del mondo convinto di poterci trovare qualcosa di ancora non detto, qualche curiosità che mi potesse fare brillare gli occhi, qualche aneddoto non meglio sviscerato in altre occasioni. Ed invece, purtroppo, ci ho trovato una sfilza di interventi tra l'inutile e l'incommentabile che quasi nulla hanno aggiunto alla figura ormai mitica del personaggio di Villaggio. Giornalisti, colleghi, amici e maestranze varie del Cinema dicono ovviamente la loro partendo da spunti e ricordi differenti, ma ben pochi di questi riescono a rendersi un minimo interessanti; così troviamo le burle fuori luogo di Banfi inerenti la stazza dei due comici mescolarsi ad una ricetta sulla frittatona di cipolle preparata sul posto dallo chef Canavacciuolo ( sigh! ), un intervento che non dice nulla di Fabio Volo che si aggiunge alla solita battuta sulla stima di una Vukotic pronta ad impersonare per l'occasione la signora Pina. Il tutto è legato, si fa per dire, da disegni animati e cartoon abbastanza scadenti, messi lì per allungare il brodo e la durata dell'opera ( che neanche sfiora i 90 minuti ). Ovviamente degli spezzoni storici dei famosi film non vi è neanche l'ombra e alcuni personaggi secondari ma allo stesso tempo fondamentali della saga vengono colpevolmente dimenticati ( la Silvani e Calboni, mentre Filini/ Reder viene ricordato dal figlio ). In mezzo a questo pressapochismo generale c'è per fortuna qualche brano originale: i racconti sulla persona-Villaggio del vecchio produttore, le lodi sperticate e abbastanza insospettabili tessute da un Benigni visibilmente emozionato, i trucchi del mestiere della sua controfigura. E ovviamente lui, Paolo, che parla in prima persona della sua creatura, incapace di credere oggi ( siamo nel 2017 ) come allora di aver dato alla luce una maschera comico - sociale più forte delle mode e del tempo.