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MARCELLINO PANE E VINO regia di Ladislao Vajda

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Ciumi     5 / 10  24/09/2009 17:55:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da bimbetto ero un bel birba. Non fuori, lì ero timido e riservato, ma dentro, dentro ero davvero un piccolo demonio. Ateo credo d’esserci nato. Delle storie che ascoltavo a catechismo nessuna m’interessava, la messa la bigiavo sempre, delle preghiere me ne infischiavo, Don Antonio, se solo avesse avuto la mia statura, l’avrei preso volentieri a caz.zotti sul quel suo nasone rosso-vino.
Tuttavia penso d’essere stato sempre affascinato dal mistero della croce, e in un certo senso credo che questo film mi avvicinò alla figura di Cristo (ma sempre da piccolo diavoletto ateo qual’ero, s’intende) più di quanto avesse fatto l’insopportabile Don. Magari perché scese da quello spaventoso strumento di tortura e appoggiò il suo manone gelido sopra la mia di bimbo.

Meglio però aggiungere una precisazione; oltre ai Don, odiavo, ed odio tutt’ora, le robe troppo dolci, il miele davvero non lo riesco a mangiare, e tutti gli aggettivi che ha appioppato odio puro a questo vecchio film - caramelloso, sdolcinato e mellifluo - li sottoscrivo, e ci aggiungo smanceroso, anche se mellifluo rimane senza dubbio il mio preferito. Ma lo dico sottovoce, perché poi da lassù Marcellino potrebbe pure incacchiarsi; poveretto, con tutti i sacrifici che ha fatto per farci commuovere, insultarlo non sarebbe affatto gentile.