atticus 6½ / 10 11/05/2011 01:25:55 » Rispondi Se c'è qualcosa da rimproverare a questa seconda trasposizione del celebre romanzo di Nabokov è lo scarso approfondimento psicologico sui personaggi, mai indagati nei loro processi interiori e in fin dei conti trattati come macchiette isteriche. Per il resto, la forza della storia è tale che è ancora impossibile non restarne colpiti: il film di Lyne si porta dietro una pessima fama per colpa di un paragone improponibile con Kubrick, eppure è bello e struggente anche nei suoi limiti. Forse avrebbe potuto osare di più, poteva permettersi quello scandalo che è mancato proprio a causa di una sceneggiatura risaputa che cade spesso nel luogo comune, ma riesce ugualmente a parlare di un amore illecito e di una infanzia negata, con tutti gli strascichi che ne conseguono. Formalmente ineccepibile come ogni sua creatura (non manca nulla: flou, ralenti, viraggi cromatici, fotografia patinata...) e meno fasullo che in passato, riesce a ricreare sequenze di grande suggestione che, musicate dal nostro Morricone, arrivano a sconfinare in una commovente poesia sui limiti e sulla debolezza umana. Splendido Irons e sorprendente la vitale Swain (che, come Sue Lyon prima di lei, si vide la carriera troncata molto presto), Griffith e Langella non sono da meno. Sottovalutato a priori, ha dei grossi difetti ma è un film ben fatto che sa colpire.