-Uskebasi- 8 / 10 02/12/2010 23:00:36 » Rispondi Veramente triste. La storia di un uomo consapevole di vivere in un Paradiso effimero galleggiando inebriato verso l'inevitabile discesa all'Inferno. Questo film fa paura perchè parla, se vogliamo, di pedofilia e incesto, in un modo magico capace di ribaltare i ruoli facendo diventare vittima quello che di norma è il colpevole. Ho provato un'immensa pena per Humbert, interpretato egregiamente dal miglior Jeremy Irons che abbia mai visto. Discreto (e forse non di più) sotto ogni punto di vista, ma l'ultima parte fa la differenza: prima con l'allucinante scontro tra Irons e Langella, che si distingue in maniera netta da tutto il resto, per dialoghi comportamenti e atmosfera, risultando una grande e piacevole sorpresa; poi con il viaggio senza meta del protagonista distrutto nella campagna fino alla meravigliosa ultimissima frase, testimonianza di una presa di coscienza nell'aver contribuito all'innaturale crescita di Dolores.
Ciò che udivo era soltanto la melodia dei bambini che giocavano, soltanto quello, e l'aria era così limpida che in mezzo a quel vapore di voci mescolate, maestose e minute, remote e magicamente vicine, schiette e divinamente enigmatiche, si poteva udire di tanto in tanto, come liberato, uno zampillo quasi articolato di vivide risa, o il colpo di una mazza, o lo sferragliare di un camion giocattolo; ma era tutto troppo lontano dagli occhi perché si potesse distinguere un movimento nelle strade appena tratteggiate. Rimasi ad ascoltare quella vibrazione musicale dall'alto del mio dirupo, quegli sprazzi di grida isolate che avevano per sottofondo una sorta di schivo mormorio. E allora capii che la cosa disperatamente straziante non era l'assenza di Lolita dal mio fianco, ma l'assenza della sua voce da quel concerto di suoni.
-Uskebasi- 02/12/2010 23:02:28 » Rispondi La frase l'ho presa dal libro, nel film credo sia più corta ma il senso è lo stesso.