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UOMINI CONTRO regia di Francesco Rosi

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Gigi01     7½ / 10  22/09/2022 23:42:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sulla scia del capolavoro antimilitarista di Kubrick "Orizzonti di gloria", Rosi firma una pellicola altrettanto critica dell'arte della guerra, e soprattutto di chi maldestramente la conduce. Fotografia e scenografie sono ottime, l'immagine che abbiamo dei campi di battaglia encomia la minuziosità con cui il regista ha voluto rappresentare la mestizia dei due schieramenti, distanti tra loro poche centinaia di metri, nel contendersi pezzi di terra pressoché inconsistenti.

Il film non presenta un vero e proprio protagonista principe, ma una cernita di attori: a Gian Maria Volontè, un po' sottotono rispetto ai ruoli cui è avvezzo, è affidato il ruolo del veterano e disilluso ufficiale, di idee socialiste e sovversive, che ritiene vero nemico l'élite di comando del suo stesso esercito; attorno a lui giovani ufficiali, anch'essi molto restii ad eseguire i dissennati ordini dei loro superiori, e fra tutti il tenente Sassu, che a fine film pagherà le conseguenze dinanzi alla corte militare.
Difatti, se da un lato troviamo uomini disposti a venir meno al rigidissimo e antiquato codice militare, e legati alla sopravvivenza dei loro battaglioni, dall'altra parte si contrappongono ufficiali superiori totalmente avulsi dall'umano sentimento, disposti per un nonnulla a far fucilare e decimare dei soldati per cavilli talmente inani da essere irrimediabilmente legati ad un presunta ferrea disciplina, che a loro dire è la vera ricetta per la vittoria finale.
Il generale Leone (forse alterego di Cadorna), principale antagonista della vicenda e comandante totalmente incapace, giungerà a voler far passare per le armi una sua vedetta solo per aver gridato l "alt" prima di un campo nemico.

Di grande impatto la scena in cui gli ufficiali dissertano della giusta punizione da impartire ad alcuni soldati "rivoltosi", per non aver ricevuto il cambio dalle retrovie; nonostante il colonnello di divisione, unico alto ufficiale a dimostrare buon senso, cercasse di convincere che costoro prima che soldati da mandare al macello sono "cittadini" italiani, il secondo antagonista del film, il folle maggiore Malchiodi, accusa il collega di essere fra coloro ad "aver introdotto la filosofia nell'esercito", esponendo la crudeltà di certe pratiche disciplinari completamente inutili, quali la decimazione.

Scena di altrettanto impatto emotivo, e mestamente ironica, è quella che prende in esame le inutili "corazze Farina", grazie alle quali neanche un colpo di cannone riuscirebbe a fermare l'avanzata. Ovviamente, pochi attimi dopo, le povere cavie mandate al macello per testare questi portentosi scudi di difesa, cadono falciati dalle mitragliatrici austriache.

Il Film avrebbe ottimi spunti di riflessione, sebbene l'antimilitarismo non sia tema nuovo, e Rosi riesce ad esporre con vero cinismo la crudeltà, la protervia e la follia con cui gli incapaci comandanti del nostro esercito mandarono a morire stupidamente molti giovani soldati. Tuttavia, e qui purtroppo devo essere critico, non ho sopportato l'eccessiva demagogia del regista, fin troppo presente e pressante in tutti i suoi film, che specie nel finale è oltremodo esasperata, finanche grottesca devo dire, e lo scadere perciò nel banale è inevitabile.
Resta comunque un ottimo film, curato nei dettagli e di forte critica!