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LA NOBILDONNA E IL DUCA regia di Eric Rohmer

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  19/05/2007 21:36:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E', forse, uno dei vertici della folta filmografia di Rohmer e soprattutto uno squisito esperimento di cinema, a metà strada tra il digitale e la rappresentazione scenica, come se l'ennesimo atto di maestria di questo ultraottantenne mirasse a dividere e unire diverse attitudini cinematografiche.
I tableux riescono mirabilmente a fondersi nello schermo tra realtà (attiva) e immagine passiva,e in mano a qualsiasi altro autore avrebbero potuto scadere nel calligrafismo fine a se stesso, nell'agiografia oleografica: qui, invece, è come attraversare la Storia in punta di piedi, rarefazione e poesia fatalista che immortala una Parigi invero realista quanto certe pagine di Zola.

Essendo anzi cronologicamente decontestualizzato, il film appartiene a quella rara categoria dove i personaggio appartengono di fatto alla loro epoca, e non il contrario

La storia di Grace Elliott - un tempo amante del Principe di Galles e del Principe Filippo, duca d'Orleans, si svolge tra il 1790 e la fine del Secolo, negli anni bui della Rivoluzione Francese.

Potrebbe essere una storia d'amore come tante altre, quella che lega Grace al suo ex-amante, o un pamphlet sul codice di appartenenza geografico e nazionale (il dna francese e l'esulismo della nobildonna inglese) ma c'è molto di più

Rohmer trasmette i reali stati d'animo della "parte lesa" e la stirpe aristocratica messa a soqquadro da Robespierre e i suoi seguaci, con una cognizione di causa davvero rara.

E alla luce dei nostri giorni si può leggere un monito di grande coraggio alla necessità di cambiamenti, dei confilitti anche barbari determinanti dal malcontento sociale.

Emblematica la frase del Duca (un grandioso Dreyful): "forse i nostri figli e nipoti troveranno una società migliore grazie al nostro sacrificio".

Uno dei più bei film europei degli ultimi 10 anni