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BROOD - LA COVATA MALEFICA regia di David Cronenberg

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Godbluff2     7½ / 10  03/05/2022 12:20:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Del primo Cronenberg "Brood" è il mio preferito insieme a "Shivers". Il livello di morbosità del cinema del canadese continua ad aumentare, stavolta, fin dall'introduzione del film, all'interno di un contesto familiare completamente distrutto e sconvolto.
Di "Brood", come è stato per "Shivers", ho apprezzato moltissimo il finale, tanto l'ultima raggelante inquadratura quanto in generale le sequenze e lo scontro finali. Lì, nelle ultime battute, il film e la visionaria disgustoteca di Cronenberg esplodono e danno il loro meglio, portando ad un nuovo livello di orrore morboso e degenerato la mutazione della carne, del corpo umano.
Prima del finale in realtà non è un film che brilli in maniera particolare, è gradevole questo si e soprattutto è evidente un passo in avanti nei mezzi a disposizione, una fotografia più limpida e meno sgranata che da spessore al gelido vuoto dell'ambientazione canadese, un'immagine più nitida e un film in generale migliore nell'impatto visivo rispetto ai due precedenti, ma con una storia che non ha picchi particolari, vivacchia in un ritmo lento che tiene lo spettatore sul chi vive e poi esplode nella violenza degli inspiegabili nanerottoli omicidi, che tuttavia prima del finale non sono granché esaltanti come deformazioni cronenberghiane. A tenere bene in piedi "Brood" sono le mostrate conseguenze di profondi traumi psicologici a livello familiare su più generazioni che hanno le loro radici ben ancorate nel passato, un tema ben espresso dal film e che è un'ulteriore maturazione del cinema di Cronenberg e poi la memorabile interpretazione di Samantha Eggar, vera signora assoluta del film in un cast che non appare esattamente convincente. Anche prima del finale Cronenberg tira fuori un paio di sequenze memorabili (

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER) ma è con il con il confronto della sequenza finale che Cronenberg crea nello spettatore, con un semplice montaggio alternato, una forte tensione (per il destino della bambina) e nello stesso momento lo immerge nell'orrore fisico del corpo che muta (la straordinaria "nuova carne" della Eggar, con i suoi feti-mutazioni ancorati all'esterno del ventre in quella mostruosa sacca carnale, come enormi deformazioni tumorali) in quella che è la visione orrorifica più efficace del suo cinema prima di "Videodrome" e de "La Mosca".
Come ho detto, molto bello il finale, che abbandona in realtà i toni apocalittici "globali" dei tre film precedenti, per restare in un tragico contesto familiare, ma risulta ugualmente capace di turbare e dimostra lo stesso inesorabile pessimismo.
C'è un punto tematico in particolare con il quale Cronenberg con "Brood" dimostra di aver ulteriormente aggiunto qualcosa alla scrittura del suo cinema: il male non viene più soltanto dal corpo, dalla carne, ora viene anche dalla mente umana ed esplicitamente; anzi, è la mente stessa la scintilla che provoca la mutazione carnale del corpo. Sono le distorsioni della mente a liberare gli istinti più violenti e repressi di Nola e a far nascere in/da lei nuove, distorte forme di pseudo-vita, al punto da cambiare il suo corpo. Un'ottima aggiunta, che anticipa il tema della mente come potere e minaccia che sarà protagonista del successivo "Scanners" ma che qui, paradossalmente, è trattato in modo più completo o meglio, è scritto in modo da completarsi pienamente con la parte fisica delle ossessioni cronenberghiane e per questo mi convince più di quanto non faccia il film del 1981.
Un bel film davvero, di un autore che all'epoca andava verso una maturità e una completezza espressiva sempre più palpabile.