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NOMADLAND regia di Chloé Zhao

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly     6 / 10  05/05/2021 17:50:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mhmmm non mi ha convinto: questa sorta di ibrido finzione/docuemntario credo non renda giustizia alla delicatissima tematica trattata, perché lascia lo spettatore (o perlomeno me) in bilico tra due linguaggi distinti ma sfruttandoli male: un documentario sulla stessa tematica sarebbe stato potentissimo come le storie che racconta, così come lo sarebbe stato un film con una sceneggiatura ben definita (magari di Taylor Sheridan). Così invece si passano quasi 2 ore a guardare un'attrice magnifica muoversi tra paesaggi desolati e splendidi tramonti, interagendo con un'umanità che prova a sopravvivere in un mondo che la rifiuta, ma senza essere veramente una di loro. Ecco, io non sono riuscito per tutto il tempo della visione a togliermi questo pensiero di dosso: Frances McDormand è un'attrice magnifica, e proprio grazie a questo è una privilegiata milionaria, moglie di uno dei migliori registi contemporanei. In che modo il suo calarsi nelle vite dei nomadi, per quanto in modo pazzesco e credibile, può realmente colpire lo spettatore? Io ero percorso piuttosto da una sensazione di straniamento, perché sapevo che tutte le persone che entravano ed uscivano dal film poi sarebbero tornate alla loro vita fatta di strada e battaglie per il quotidiano, mentre la McDormand (ed anche David Strathairn, se è per questo) si sarebbero poi dati una ripulita e sarebbero tornati alle loro (più che meritate) vite da milionari bianchi privilegiati.

E insomma non sono riuscito proprio a godermelo, né a farmelo piacere, né ad empatizzare con le storie narrate come avrei fatto con un documentario puro (per dire, mi ha colpito molto di più Hotel Coolgardie sulla vita dei minatori nei paraggi di Perth, Australia).

Intendiamoci, non è un brutto film: un film con Frances McDormand non lo è mai e lei è magnifica (mi sa che l'ho già detto), ma lascia tanti interrogtivi, forse troppi.

Mi fa poi piacere che Chloe Zhao abbia vinto un oscar come miglior regista, è senz'altro capace e coraggiosa ed ogni nuovo sprone verso l'apertura alle donne di un mondo asserragliato su posizioni maschiliste è sempre un'ottima cosa; ma bisogna anche ammettere che la regia in questo film non è niente di che, si limita ad inquadrare tramonti e deserto e ad indugiare sul volto della McDormand che fa tutto il lavoro.

Insomma che dire: anche questo Nomadland è venuto e passato col suo carico di speranze disattese. Aspettiamo fiduciosi il prossimo film evento.
Robesch  08/06/2021 13:56:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come mai proprio in questo film ti è balenata nella mente questa idea dell'ipocrisia del cinema americano quando denuncia il capitalismo?

Se davvero questa cosa ti desse fastidio dovresti giudicare allo stesso modo qualsiasi film in cui un attore hollywoodiano interpreta una persona della classe media americana.

Che diavolo ne sa Tommy Lee Jones della vita difficile di un vecchio sceriffo americano? Cosa ne sa Julia Roberts di cosa si prova ad essere una povera donna americana in una lotta legale contro un'industria ricchissima? (Mi sono venuti in mente questi esempi un po' stupidi, ce ne sarebbero migliaia)
Alla fine delle riprese anche loro se ne torneranno alla loro villa a Malibu.

Esiste una contraddizione in questo tipo di cinema? Certamente. Mi chiedo però come mai essa ti sia balzata all'occhio proprio in questo film.
Spera  06/05/2021 14:17:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusate se mi intrometto, ho letto il commento e anche io non ho potuto fare a meno di soffermarmi.
Stesse identiche sensazioni pure io, non sono proprio riuscito ad apprezzarlo per gli stessi motivi.

D'accordo anche su Under the Skin, dove, se non ricordo male, il regista veniva dall'ambiente dei videoclip e forse era meglio rimanere entro quei confini.
Quello però era davvero un pessimo film e Scarlett non salva il film come la MCDormand, nemmeno con il suo nudo...
marcogiannelli  06/05/2021 15:33:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No no, che scusate, deve diventare un covo di anti-Nomadland il post di Jelly.
Che poi gli ho dato 7 (ma in realtà è un 6.5/7) perché sono buono, però è tipo 12o su 16 tra i film che ho visto tra quelli candidati ai vari premi quest'anno.
E più lo si osanna più i sta sui maroni
Spera  07/05/2021 13:49:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vero, poi non so "l'effetto Oscar" è strano...chissà se mi avrebbe fatto lo stesso effetto se l'avessi visto senza sapere che aveva vinto degli oscar.
La psicologia umana è parecchio strana, forse l'avrei apprezzato di più.
Invece te lo osannano fino appunto...alla caduta dei maroni e quando lo vedi ci rimani male )))):
Gruppo STAFF, Moderatore Kater  06/05/2021 15:47:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahahahahah, Jelly spingitore di ribelli anti-Nomadland!
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  06/05/2021 14:47:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahahahah bello che questo sia diventato il porto franco dei delusi! Certo, under the skin rispetto a Nomadland è un filmaccio, li paragonavo solo per la tecnica mista che hanno deciso di utilizzare, che secondo me è fallimentare in partenza (comunque il soggetto di under the skin era molto valido).
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  06/05/2021 14:55:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No vabbè io sono un dissociato: ricordavo che mi aveva fatto cag.are under the skin e invece ho appena visto di avergli dato un 7 e mezzo. Eppure lo ricordo come un filmaccio, quindi devo averlo votato sotto effetto di una qualche droga, sennò non si spiega. Vado subito ad auto- cazz1armi!
Spera  07/05/2021 13:44:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahahaha, si esatto, hai acceso una rivolta e secondo me i commenti aumenteranno.
Si "Under the skin" poteva essere valido ma se la sono giocata male, non so ricordo, oltre a un certa ripetitività delle scene, dei dialoghi imbarazzanti (i pochi che c'erano).
Peccato, certo non è paragonabile a questo film che comunque ha parecchi pregi.
Vabbeh, vediamo se qualcun altro si unisce e facciamo un aperitivo qui ((((: ...dato che a oggi la situazione è ancora parecchio limitata, non se ne può più di questa reclusione. Almeno hanno riaperto i cinema!!! Ma ancora non sono riuscito ad andarci visti gli orari pessimi, coprifuoco, eccetera ))))):
VincVega  06/05/2021 21:16:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo alla grande, però sta Chloe Zhao già non si sopporta più.
marcogiannelli  06/05/2021 08:17:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Incredibile come tu abbia avuto le mie stesse sensazioni.
Quando l'ho visto io stava già spaccando tutto vincendo Golden Globes, osannato da critica e non.
Lo vedo e resto veramente di m*rda, tanto che mi chiedo se sono stato io ad avere aspettative alte o è il film ad essere abbastanza pretenzioso e studiato a tavolino per piacere così tanto.
Anzi, mi è sembrato che anche il pubblico aspettasse un film girato da una donna, magari di origini non americane per dire "Oh eccola, è stata lei la più brava, non sono misogino e non sono razzista".
Ma ero solo in questo tipo di sensazione allora e ho detto "vabbé poi lo rivedo".
Ma non mi va proprio.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  06/05/2021 12:04:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E sì, mi ha proprio infastidito come film, sembra fatto apposta per assolverci dai nostri peccati a prescindere dal suo valore, e questo non mi piace. Così come non mi piace la commistione stilistica documentario/film, mi sembra una paraculata che però non veicola il messaggio giusto, è straniante. Ebbi la stessa impressione con il bruttissimo Under the skin: soggetto interessantissimo devastato dalla regia, che senza alcun motivo ha preteso di inserire reazioni spontanee di passanti a Scalrett Johannson con parrucca scura che gli chiedeva cose. Una cosa fastidiosissima e, soprattutto, del tutto inutile ai fini del racconto.