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FUOCO FATUO regia di Louis Malle

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JOKER1926     6 / 10  24/08/2014 16:28:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fuoco fatuo non è altro che una fiammella che contrasta il buio nei posti più scordati.

Louis Malle dunque parte ad illustrare il suo funesto disegno proprio dall'etichetta, cioè direttamente dall'enunciazione del film, "Fuoco fatuo".
Nato nel 1963 il lavoro della regia francese resta ancora oggi, e soprattutto oggi, un film per pochi.
Anzitutto chi ha avuto modo di conoscere cinematograficamente Malle sa di dover sottostare ad alcuni parametri artistici. Con Louis Malle insomma più che la narrazione a prendere il potere è proprio la sceneggiatura. Da essa parte poi automaticamente uno sviluppo delle cose, i personaggi sono scomposti psicologicamente. Nel frangente la regia si focalizza sull'ultima parte della vita di un uomo, Alain.
Alain ricorda, nei dettami del Cinema francese, altre icone decadenti. Quella di Frank Costello, il protagonista di Alain Delon, la ricorda parzialmente.
Ma con "Fuoco fatuo" il concetto di decadentismo e di nullismo (argomenti amati da regie come Louis Malle e altre come Melville) sono oltrepassati e superati con estremismo. In pratica l'estremismo si estasia davanti alla decorazione macabra della sua ombra.
I ritmi sono dilatati, i silenzi abbondano e le parlate di Alain diventano nere, disastrose e disperate. La regia si compiace ed introduce velocemente nell'apparato contenutistico una serie di monologhi che cadono in vortici di una malata filosofia/interpretazione di vita, veramente insopportabile e costruita.

Lettura critica

Le impressioni del recensore sono varie, ma non tutte positive, purtroppo.
Appurata la classe e la tipicità della regia di intrappolare un'immagine grandiosa in un bianco e nero di buonissima qualità viene meno il percorso di storia. Malle narra e sviluppa gli argomenti in modo statico e troppo melodrammatico, le forzature e le impostazioni premeditate sono sempre un limite. Un film dovrebbe diventare drammatico e commovente col tempo; se si autoproclama immediatamente e irrimediabilmente triste e catastrofico ha possibilità di non farsi apprezzare umanamente fino in fondo.