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AMEN. regia di Costa-Gavras

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  24/02/2007 22:54:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le immagini di questo film hanno acuito il mio senso di vergogna sconforto alienazione morale ("indignazione2 sarebbe un termine riduttivo) verso lo squallore dell'umanità: quella che trascina alla morte il corpo "scomodo" di ragazzini portatori di handicap (da leggere "il nazismo e l'eutanasia dei malati di mente" di Alice Von Platten, a riguardo!).
Libero addattamento di un testo teatrale (di Rolf Hochhuth) il film di Gavras è il racconto di due coscienze: quella del conflitto sociale e razziale, e quella dell'assenteismo religioso.
Quella di padre Riccardo Fontana, in lotta perenne contro la chiusura fatalista del "suo" mondo e quella di Kurt Gernstein, tenente delle SS, che - come Schindler - osserva (e collabora) all'atrocità che si compie sotto i suoi occhi.
Il tentativo di richiamare alla memoria la fragilità del pensiero umano attraverso il disegno criminale piu' brutale della storia, non manca di ingenuità (specialmente quando richiama al senso dogmatico della famiglia cfr. padri che non capiscono i diversi idealismi dei figli) e qualche prolissità, ma è sicuramente piu' sincero del tanto acclamato e inutile "music box" dello stesso regista.
Ok, il film è artificioso e un po' qualunquista, ma se la nostra emotività non inficia il giudizio, possiamo sorvolare su molte cose (il pasionarismo sopra le righe di un prete) e sul bisogno, qua e là, di "purgare" il film dall'estremo coraggio che ha di denunciare la storia attraverso certi schemi e parametri.

Tuttavia il film riesce incontenstabilmente a far aprire gli occhi sulle responsabilità del Vaticano e sovvertire il disagio culturale in quello umano.

Girato splendidamente, "Amen": la sequenza dei bivacchi dove il ten. Gernstein assiste - incredulo - alla rimozione dei corpi da parte di altri ebrei - ha una violenza espressiva che richiama ai quadri di Munch.

Immagini che contrastano con la metafisica ambientale dei giardini Vaticani,al lussureggiante dove Pio XII (Santificato scandalosamente da un suo successore) e servitori oziavano incuranti dello scempio umano che si stava compiendo in Europa.
C'è un'etimologia cronologica che in mano a qualunque altro autore poteva rivelarsi pretenziosa, e le ragioni della fede, la scellerata onta del silenzio (e complicità indiretta) sono filtrare (direi) magnificamente.

Come i treni in successione che passano in rassegna i drammatici eventi temporali del film

Come un'atto d'accusa durissimo che potrebbe essere laico, ma che laico non è: indicazione sofferta ma necessaria per arrivare a coloro che professano strumentalmente l'amore per D.i.o, e che non sanno guardarsi "dentro" (o indietro)
Ash76  24/02/2007 23:04:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non per creare inutili polemiche, nel caso avessi tempo e soprattutto voglia, informati meglio riguardo alla figura di Pio XII, in modo da evitare banali conclusioni derivanti dalla visione di un film che, per quanto ben realizzato, è comunque di parte e storicamente "falso". Saluti
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  24/02/2007 23:08:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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