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ZEDER regia di Pupi Avati

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amterme63     6½ / 10  08/02/2008 11:32:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto alla “Casa dalle finestre che ridono”, Zeder concede molto di più ai canoni classici del genere horror. Sono presenti gli stessi temi del primo film di Avati: la voglia di “sapere” che prende il sopravvento su qualsiasi altra considerazione e che porta il protagonista alla perdizione, la gente del luogo che invece fa di tutto per restarne fuori, l’insorgere improvviso della parte “scura” dell’animo umano che sembra essere quella più “naturale”. Sono temi qui trattati in maniera quasi secondaria rispetto alla ricerca di suscitare comunque lo stato di spavento, orrore, spasmo nello spettatore, indipendentemente dalla logica, plausibilità o chiarezza di quello che viene rappresentato.
In effetti troppi personaggi e troppe situazioni appaiono, si svolgono, danno il loro contributo di “paura”, ma rimangono inesplicate e quasi avulse dalla storia. C’è molta meno cura e originalità rispetto alla “Casa …”. E’ ovvio che chi chiede solo “adrenalina” non si preccupa certo di questi risvolti un po’ abborracciati; chi invece ama approfondire le storie e coglierle nel loro significato rimane certamente un po’ interdetto.
Zeder si riallaccia al filone inesauribile dei “morti viventi”, sfruttando la paura e l’incertezza sull’aldilà che travaglia da sempre l’umanità. Addirittura i religiosi, benché abbiano già una loro “risposta”, non si accontentano e vogliono poter illudersi più degli altri di continuare all’infinito la vita terrena. E’ strano che in questi film del religiosissimo Avati manchi proprio la presenza di Dio, anzi salta all’occhio proprio la sua assenza anche mentale nella testa delle persone. Va a finire che le sue opere assumono addirittura un significato anticlericale!