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APOCALYPSE NOW regia di Francis Ford Coppola

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amterme63     10 / 10  13/04/2008 12:53:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film perfetto, perfettissimo dal punto di vista tecnico e soprattutto estetico. Fin dalle prime immagini si rimane incantati, estasiati. Ritmo lento, immagini nitide, forti, dirette. Colore, luce e forma che plasmano l’immagine e arrivano diritte al cervello. Punge e inebria come una droga. E’ quindi prima di tutto un suntuosissimo banchetto dei sensi. L’atmosfera esaltata, inebriata, carica di colori, odori, sapori è la degna introduzione all’esplorazione dei recessi più reconditi e malvagi (ma affascinanti) dell’animo umano. Vieni, vieni, uomo normale, meschino, limitato, vieni a vedere, viene a provare, vieni a sentire cos’è la pienezza assoluta del proprio essere, la vertigine e l’esaltazione del godimento nella contemplazione della propria libertà assoluta, senza bene e senza male, senza alcun limite. Uomo insignificante, con questo film ti sentirai un superoe, un D.io. Almeno per qualche ora proverai quello che ti è precluso e che non riuscirai mai a essere. Basta però! Dopo aver visto questo film fai finta che sia stata una ubriacatura, uno sballo tanto per evadere. Lascia perdere tutta la morale che insegna questo film, non fa per il mondo di tutti i giorni. E’ roba buona solo come metafora o come finzione. Nella realtà ci si comporta in maniera diversa.
Dopo aver visto questo film ho capito che la filmografia di Coppola degli anni ’70 è una specie di “fenomenologia” del male, cioè della natura umana. In tutti i suoi grandi capolavori del periodo c’è sempre una persona fuori del comune, qualcuno che rappresenta l’essenza umana, un “superuomo”. In sé è una persona fondamentalmente buona, di nobili sentimenti, “positiva” dal punto di vista etico; molto intelligente, molto acuta, con grandissima forza di volontà e decisione. A contatto però con la società, con il sistema economico e sociale, con le relazioni politiche, cambia, si trasforma, si nega, perché si “adegua” all’essenza di ciò che vede e ne vuole diventare artefice, padrone non servo. Tolte tutte le velature ipocrite, allora il mondo umano appare come il dominio del più forte e del più malvagio: l’economia capitalista e le guerre sono lì a dimostrarlo. Il nostro “superuomo” non aspira però a cambiare questa logica, è convinto che questa sia la vera e sola natura umana senza alternative e che quindi l’unica “soluzione” onorevole sia quella di appropriarsi di questo sistema e di dirigerlo. Questo perché il mondo è visto solo come fatto di singoli individui, ognuno isolato dagli altri, dove si adora e si segue chi primeggia. Inoltre questo “superuomo” ha l’onore di avere con sé tutte le perfezioni e le seduzioni che offre l’arte.
Apocalipse Now è un film profondamente decadentista. C’è proprio tutta la passione per il torbido e il primordiale di quella corrente estetica, come pure c’è tutta la sua malsana e gigantesca bellezza. C’è anche tutto il suo spirito etico di esaltazione idealistica dell’individuo “forte”. Frasi come queste sono esemplari:
“Bisogna farsi amico l’orrore.. Terrore morale e orrore sono i tuoi amici”.
“Che genio c’è in questo. Che volontà per far questo. Perfetto, genuino, cristallino, puro. Non erano mostri, erano uomini. Uomini che combattevano con il cuore. Uomini che avevano la FORZA per far questo. Bisogna avere uomini con un senso morale e che allo stesso tempo siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere senza emozione, senza passione, senza DISCERNIMENTO”.
Il bello è che ci sono state persone che si sentivano veramente superuomini e che hanno tentato di creare soldati del genere. Uno di questi si chiamava Hitler. Pronunciare le frasi sopra davanti alla strage di Sant’Anna di Stazzema dimostra quanto bisogna stare attenti a portare via queste frasi fuori dal loro contesto. Vanno bene sulla carta stampata, sullo schermo cinematrografico ma devono essere assolutamente mediate dal “discernimento” se si vuole ricavarne una lezione, in quanto sono solo metafore e rappresentazioni estetiche e danno solo indicazioni generiche e spirituali. Sono solo punti di riferimento, una variante fra centomila.
Infatti anche il cinema ha rappresentato “l’orrore” forse in maniera più realistica e approfondita. Un abisso etico separa “Apocalipse Now” da “Full Metal Jacket” e da “Salò”. Kubrick e Pasolini hanno rappresentato la parte cattiva dell’animo umano in maniera altrettanto vivida e intensa, però se ne sentivano distaccati, l’hanno rappresentata per quello che è senza abbellirla esteticamente. Hanno voluto che lo spettatore fosse lucido e sveglio per poter giudicare, non mezzo drogato e inebriato come fa Coppola.
jack_torrence  11/01/2012 17:12:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Luca ho letto con profondo interesse questo tuo commento; e ti ho chiamato in causa nel mio appena postato :-) mi piacerebbe confrontarci poi su questo film, se ti va!
Un saluto
Ste