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AUDACE COLPO DEI SOLITI IGNOTI regia di Nanni Loy

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hghgg     8 / 10  26/08/2014 11:46:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sequel tra i migliori mai realizzati questo "Audace colpo dei soliti ignoti". Arrivato a brevissima distanza dal primo capitolo, quindi con storia e tematiche ancora freschissime e la maggior parte del cast confermata e perfettamente in parte. Ci sarà anche un terzo capitolo, decisamente meno convincente, quasi trent'anni più tardi, come succederà anche nella saga de "Il Padrino" (che mantenne però sempre lo stesso regista)

Per questo "Audace colpo"... cambia la regia, non più Mario Monicelli ma Nanny Loy dietro alla macchina da presa; il risultato è comunque ottimo, Loy si confronta con il capolavoro di Monicelli rispettandone la poetica e le tematiche ma ovviamente diversificando un po' lo stile registico e improntando il film su di un ritmo narrativo più rapido e su toni da commedia più marcati rispetto a "I soliti ignoti" che aveva l'amarezza e la critica sociale posti maggiormente in primo piano rispetto a questo secondo capitolo.

Loy è abile comunque a non rivoluzionare il film che ha si una maggiore impronta comica ma mantiene intatte e solide le atmosfere crude e realistiche, mantiene presenti la critica sociale, la visione della povertà e "l'arte dell'arrangiarsi", mantiene l'amarezza e la tragi-comica sfortuna dei protagonisti che pure per parte del film si spostano nella più ricca Milano in una rocambolesca trasferta.

Insomma Loy rende onore al primo capitolo sfornando un degno successore molto divertente e con più di un pizzico di amarezza e malinconia a fare da filo conduttore con il capolavoro di Monicelli.
Il regista di questo secondo capitolo è tra l'altro bravo quasi come il suo predecessore nel gestire il sublime cast e nel dirigere i grandi attori e caratteristi a sua disposizione. Non ci sono più Totò e Marcello Mastroianni ma si aggiunge alla scalcinata banda uno splendido Nino Manfredi con una grande prova comica toccata di malinconia e realismo che si incastra perfettamente con lo spirito del film. Al gruppo di grandi caratteristi, quasi tutti confermati dal primo film (Murgia, Salvatori, Pisacane) si aggiunge anche Riccardo Garrone nella parte del "Milanese" ideatore del grande colpo di turno da cui, come Cosimo nel primo film ma per diversi motivi, verrà comunque ben presto estromesso. Come nel primo film la banda di volti e caratteri che popola il cast è sublime confermando la forza e l'indimenticabile carisma dei loro personaggi, con un Pisacane "Capannelle" irresistibile e con Murgia e Salvatori protagonisti di gag esilaranti in coppia, con i loro personaggi uniti dal fidanzamento di Mario (Salvatori) con Carmela (la Cardinale, che in questo film ha un pochino di spazio e di personalità in più), sorella di Ferribotte (ovviamente Murgia).

Di nuovo assoluto Mattatore è però Vittorio Gassman che riprende il suo "Peppe" (che si è stufato di fare da Caprio Respiratorio...) con la stessa abilità e con lo stesso carisma con cui l'aveva interpretato ne "I soliti ignoti". Un attore sublime, c'è poco da dire, ormai sciolto e liberissimo anche nel campo della commedia, regala una prestazione divertente e impeccabile regalandoci tante trovate e momenti che non sono solo divertentissimi ma anche pura potenza interpretativa.

Il ruolo di componente femminile della banda questa volta va a Vicky Ludovisi, memorabile la sua naturale interpretazione di un esilarante ed affascinante ragazza con un difetto di pronuncia molto marcato che riesce anche a ritagliarsi un divertente finale.

La regia di Loy è rapida e precisa accompagnata da una fotografia fedele al primo capitolo e anche stavolta ottima e da una sceneggiatura ispirata dall'inizio alla fine; il film ci regala fiumi di situazioni divertenti e frenetiche, gag, equivoci, errori, situazioni risolte all'ultimo secondo, colpi di fortuna che si tramutano immediatamente in sorte irrimediabilmente avversa. E con una sequenza finale splendida con Manfredi e Gassman semplicemente giganteschi, così come sono splendide le scene della rapina e della fuga.

Prosegue quindi l'ode al lato sbagliato della strada, agli emarginati sociali che per necessità (e almeno alcuni per indolenza) diventano criminali pur non avendone ne i mezzi ne l'abilità.

Certo il capolavoro resta il primo meraviglioso capitolo targato Mario Monicelli ma, pur essendo una spanna sotto, questo film di Nanny Loy è un ottimo lavoro, gioiello della Commedia all'italiana da vedere e rivedere. Cinema gran qualità, annata 1959.