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CHIEDI ALLA POLVERE regia di Robert Towne

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Romeo79     5 / 10  11/09/2006 01:00:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film ispirato ad un libro (e che libro aggiungerei!), non può prescindere dal cercare, almeno finchè possibile, di attenersi allo spirito e all'essenza del libro stesso.
Passino le esigenze cinematografiche di sintesi, passino le necessità di adattare e "restringere" i tempi, ma stravolgere l'essenza, cancellare la poesia, slavare e stingere un capolavoro come Ask the dust mi urta, mi offende sul personale, mi costringe a battere furiuoso la mia rabbia sulla tastiera...più furioso dell' Arturo "Alexander-Miami Vice-Bullseye" Bandini che sono stato costretto a sorbirmi.
Il vero Arturo, il "wop" italiano, è folle, incoerente, innamorato, furioso, feticista, dispettoso, sognatore, speranzoso...Arturo crede in Dio, anche se ha letto Nietzche, è impastato di cattolicesimo fino al midollo, di pasta e pomodoro, di principi morali tutti italiani coi quali deve combattere ogni giorno.E' uno scrittore, un artista, è Fante in poche parole.
E chi abbiamo qui?Un bellimbusto ingessato, inespressivo, per niente credibile come scrittore, nè come attore.
No Colino mio, torna a fare lo S.W.A.T. o qualcosa che ti riesca meglio.
Su Salma Hayek poco da dire, se non altro ci ha fatto vedere le tette, quelle belle tette messicane...E' il personaggio di Camilla che è proprio "svuotato".
Quella bestia indomita, dagli occhi selvatici, che sbraita e bercia dalla sua automobile, volgare come solo una vera "peona" poteva essere, quella creatura selvaggia, appartenente alla terra e alla sabbia, che ci avrebbe fatto impazzire tutti con un solo sguardo fulminante, si trasforma in una donnina di casa che vuole sposarsi e mettere su famiglia, che impara a leggere la favoletta sui cani, che spolvera casa e si innamora follemente del suo Arturino...Ma mi sbaglio o Camilla era sì innamorata, ma di Sammy il barista!!
Per la miseria, ma il libro parlava chiaro, Camilla era pazza di Sammy, una schiava ai suoi piedi, una personalità annientata al cospetto di quel bruto animale.Scappa dalla casetta in riva al mare il primo giorno, drogata e tossica,e senza alcuna tubercolosi, sana come un pesce, e sempre indomabile.Altro che giorni felici tipo famiglia del "mulino bianco", a giocare a football coi cinesi...
Altro che finalone strappalacrime con lei che tira le cuoia tra le sue braccia tossendo litri di sangue e dichiarando eterno amore.
Preferisco ricordare la vera Camilla che sparì nel deserto, cieca d'amore per Sammy, e di cui non si seppe più nulla.
Preferisco credere che sia tornata alla sabbia alla quale apparteneva, come nel libro di Fante, traboccante di momenti di pura ed estatica "POESIA".
Melenso, hollywoodiano, edulcorato.Di polvere non c'è traccia, il film è del tutto "spolverato".
John Fante, se il diabete non ti avesse stroncato qualche anno fa, di sicuro lo avrebbe fatto questo film, innalzandoti la glicemia a valori di certo letali.

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