NotoriousNiki 7½ / 10 05/04/2014 13:15:45 » Rispondi Decisamente meglio in questa 2° opera, poiché è vero che onnipresente c'è la condotta esistenzialista del suo cinema ma non si perde in quei lunghi e improvvisi flashback che minavano la scorrevolezza dell'esordio. Il focus poi non è dilatato anche a censurare gli atteggiamenti dell'autorità, fu corrosivo in quel senso, ma troppa carne al fuoco pregiudica la distinzione delle tematiche, il rischio è di farne un minestrone, ma appunto qua non accade. Misurato nel linguaggio cinematografico come lo è Randone davanti alla mdp, come lo fu Mastroianni in precedenza, sono gli attori perfetti per il suo linguaggio 'neorealista', prendere ad esempio Sordi nel successivo 'Il maestro di Vigevano', l'istrionismo del romano va in contrasto con gli atteggiamenti low profile dei suoi soggetti, per cavarsela se la cava di mestiere ma non è l'attore perfetto per il cinema di Petri. Ha la stessa cura di un Pietrangeli a delineare i soggetti femminili e a rappresentarli approfonditamente, quest'uomo di mezz'età a contatto con la morte nella sua realtà quotidiana lo carica di ansia, un count-down con la vita che inizia a logorarlo dentro, il titolo in questo senso è esaustivo. Il miglior Petri di inizio carriera.