Thorondir 8 / 10 17/08/2018 14:25:48 » Rispondi Elio Petri racconta, da un libro di Sciascia, la Sicilia "profonda", quella ancestrale, strettamente legata ai vincoli famigliari, sospettosa, timorosa, pudica ma spietata. Lo fa creando un film di genere (giallo) dal respiro molto più ampio, che travalica la trama "noir" per diventare sguardo antropologico sulle sottigliezze dei metodi mafiosi, raccontando al contempo la Sicilia che ti guarda di soppiatto. Splendidi i continui stacchi di montaggio a sottolineare gli sguardi fuggevoli, le labbra che si muovono in dicerie che l'ascoltatore non potrà ascoltare, le cose non dette e pensate, quelle dette con un secondo fine, le trame nascoste di una terra bella e terribile. Dietro questi sospetti incrociati, una fotografia ammaliante, capace di essere calda negli splendidi paesaggi e tremendamente glaciale negli interni, quasi a ribadire che al di là di tutto "A ciascuno il suo" è innanzitutto un noir. E noi è anche l'atmosfera. Volontè giganteggia, ma non è una novità.