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SARABANDA regia di Ingmar Bergman

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amterme63     7½ / 10  09/05/2011 22:48:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La classe non è acqua e Ingmar Bergman ottantenne conserva tutta la grande capacità di raccontare e mostrare storie interiori intense, catturanti, che ha avuto dagli anni '50 in poi.
Vedendo Sarabanda mi sono reso conto che Bergman aveva un tale controllo sulla materia cinematografica e una tale capacità di rielaborazione continua delle stesse strutture artistiche che era diventato quasi uno stile suo proprio caratteristico. Un po' come Hitchcock. Entrambi sono artisti che hanno fatto del mestiere un'arte perfetta. Hitchcock ha portato alla perfezione l'arte della suspense, del dubbio etico; Bergman ha reso al meglio lo scavo interiore dell'animo delle persone, il loro smarrimento relazionale e ideale. Entrambi hanno impresso un marchio riconoscibilissimo ai loro film, usando uno stile ben preciso, variato in tutte le sue sfumature e implicazioni, raggiungendo sempre un esito qualitativo assai notevole. Il loro era uno stile personalissimo e assolutamente inimitabile.
Così è bastato tirare fuori il suo mestiere ed ecco che anche ad ottant'anni suonati Bergman è riuscito a lasciare il segno.
Gli elementi di sempre ci sono tutti: l'ambiente borghese, la cerchia artistica, i rapporti difficili e morbosi fra le persone, l'ansia di razionalizzare e raccontare, le continue contraddizioni, il bianco e il nero che coabitano nella stessa persona, il finale irrisolutivo.
Solo che si sente a volte un po' il vezzo stilistico e la ripetizione. C'è insomma qualche monologo di troppo, qualche teatralismo forzato che può ingenerare un po' di noia.
A favore di Bergman sta soprattutto il grande coraggio di avere portato sullo schermo un tema così delicato e scabroso come quello dell'incesto. E' riuscito a rappresentarlo senza pregiudizi, senza preclusioni, semplicemente nel suo meccanismo di espressione intensa e particolarmente drammatica dell'animo umano. In altri film passati di Bergman, questo tema era stato solo accennato, ora viene invece affrontato apertamente.
Altro tema è quello della vecchiaia, resa nella sua essenza di sguardo rivolto solo al passato, di nostalgia e rimpianto, di "assistenza", consiglio e aiuto per chi poi dovrà continuare.
Ottimo Erland Josephson, un po' meno Liv Ullman, bravissimi anche gli altri attori.
Grazie Bergman, il tuo nome rimarrà inciso per sempre nel libro delle testimonianze umane più belle e profonde.