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SARABANDA regia di Ingmar Bergman

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Beefheart     8 / 10  09/09/2007 18:08:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ultimo e validissimo film di Ingmar Bergman, fino alla fine fedele alla linea. Tanto per cambiare si tratta di dura ed asciutta rappresentazione di dramma familiare, atta a contenere un po tutte le tematiche ossessivamente ricorrenti nella sua filmografia; vale a dire l'isolamento fisico e psicologico dell'individuo, la costante presenza della morte e della malattia degenerativa, la distanza tra le persone, l'incomunicabilità tra esse, la difficoltà nei rapporti sentimentali, spesso conflittuali, spesso tra genitore e figlio, la controversa figura della donna. Discreta importanza la riveste anche la vecchiaia, dignitosamente svelata dal corpo nudo di un Erland Josephson (liberamente interpretabile come l'alter ego del regista) ormai fisicamente sfiorito ma bravo come non mai. E' curioso come per l'ennesima volta il regista cerchi la continuità con il discorso che 30 anni prima aveva incominciato in "Scene da un matrimonio", relativo ai personaggi di Marianne e Johan, ed alla loro relazione. Allora, lei avvocato divorzista e lui insegnante, vissero un travagliato rapporto d'amore che sfociò in un matrimonio prima ed una separazione poi. Un anno più tardi, in "Sussurri e grida", due personaggi, pur con nomi diversi (Maria e David), ma sempre coerentemente interpretati dai medesimi, superlativi, Ullmann e Josephson, sembrano proporre la continuazione del non-rapporto della coppia Marianne-Johan del film precedente, esattamente dal punto in cui erano rimasti. Trent'anni dopo, in questo "Sarabanda", i due personaggi ritornano per l'ennesima volta, naturalmente invecchiati, in quella che sembra essere la realistica e credibile evoluzione delle loro storie. Come di consueto il film si svolge tutto in interni, molto curati e con abbondanza di primi piani, molto ben fotografati. La trama molto scarna lascia spazio alla solita fortissima componente psicologica enfatizzata dalle musiche di Bach. La prova dell'intero cast, per altro decisamente ridotto, è formidabile... Sembra che Bergman, rivolgendosi ai suoi attori, disse loro: "è la mia ultima regia, esigerò il massimo da me stesso e da voi. Sarò senza pietà"... Un degno congedo.