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LA VERGOGNA regia di Ingmar Bergman

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elio91     8 / 10  18/03/2012 23:15:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non l'ho trovato per nulla un minore di Bergman. Si inserisce tranquillamente nel filone (pure sterminato) della sua produzione più riuscita.
L'opera appartiene al periodo sperimentale del regista svedese, e si vede. Se qualcosa si inceppa e il film non funziona come dovrebbe è a causa di una certa macchinosità che appesantisce fin troppo la pellicola, già forte di suo.
Ma la splendida e agghiacciante metafora dei rapporti umani in tempo di guerra è attuale sempre e comunque, la violenza psicologica colpisce e quel finale in barca col mare pieno di cadaveri colpisce l'immaginario collettivo con forza inusuale.

Complici come sempre due attori affiatatissimi come Von Sydow e la Ullmann: inizialmente fragile e insicuro lui, quasi bonario e che si trasforma in spietato animale incurante perfino di chi ha di fianco. Alla ricerca di un figlio che non arriva lei, neanche nei sogni.
Desolante in tal senso il messaggio ultimo de La Vergogna, con un'umanità che non riesce più a comunicare e che la violenza di una guerra (contro chi o cosa non ha nessuna importanza) separa per sempre.

Dato che ultimamente mi sto appassionando sempre più ad Eduardo De Filippo azzardo un parallelo neanche tanto campato per aria nei temi (ovviamente non nello stile) di due autori tanto lontani quanto vicino come lo svedese e il napoletano: entrambi sono giunti alle stesse conclusioni parlando degli stessi argomenti (famiglia, incomunicabilità, guerra incombente).
Bergman, esplicito come suo solito e puro cinematografaro, l'ha mostrato con esplicita ruvidezza e rara crudeltà.
Siamo uomini e di questo ci dobbiamo vergognare.