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IL RITO regia di Ingmar Bergman

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elio91     8 / 10  10/04/2012 20:20:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pensate: film televisivo di Bergman. Come se non bastasse il nome alla regia, mettiamoci pure che questo suo "piccolo" film è tra quelli diretti e pensati nella fase più furiosamente sperimentale della carriera del maestro svedese; in pratica sarebbe potuto essere un film da sala in tutto e per tutto, come tanti altri esempi illustri (mi viene subito in mente "I Clowns" di Fellini).

Strutturato in brevi capitoli, tagliente come una lama di rasoio, è il "solito" discorso di Bergman sui rapporti di coppia, ma in particolare l'aspetto privilegiato questa volta è dei rapporti tra arte e potere, rappresentati rispettivamente nelle vesti di tre attori e un ispettore/giudice che li interroga.
Fa specie vedere come tutti i personaggi, in tutto quattro, (escludendo il breve frammento del prete interpretato dallo stesso Bergman, su cui tanto ci sarebbe anche da dire) solo quattro personaggi appunto siano in realtà visti sotto una lente che li propone in chiave negativa: gli attori si tradiscono tra di loro, si insultano, mentono, il censore o ispettore che dir si voglia si lascia coinvolgere da un Rito che lo fulmina. A conti fatti, nel disordine morale che tanto sconforta lascia, Bergman individua proprio nel quarto incomodo il personaggio davvero negativo, quel rappresentante del potere incalzante e sempre più invadente fino a travalicare un certo limite dopo il quale non si può tornare indietro.
Semplicemente da togliere il fiato il capitolo finale del Rito.
Ma è tutta la messinscena cosi sperimentale, scarna negli interni eppure esteticamente ricca e travolgente a stupire.
L'ennesimo gioiello di Bergman.